ALIBABA E TANTI MILIONI

«Ci sono città d’Italia che so­no sature, come Venezia, Firenze e Roma, dove si sta pensando di decongestio­nare i flussi, a Venezia addi­­rittura di istituire il numero chiuso. Abbinare turismo e agricoltura può far vedere possibilità diverse rispetto alle mete classiche, rilanciare parti del Paese che in passato venivano guardate con aria di sufficienza, snobbate dalla politica e dai tour operator». Ha le idee chiare il ministro leghista dell’Agri­col­­tu­ra e del Turismo, Gian Mar­co Centinaio, presente all’inaugurazione della nuo­va sede del Consorzio Vini Valpo­licel­la, a Sant’Am­bro­gio di N­e­grar. «Una parte po­litica ora in mi­noranza» ha proseguito Cen­tinaio «ha criticato la scelta del “capriccioso ministro”, dal­l’altro le associazioni di categoria e mondiali dicevano che questo è un esempio virtuoso di unione tra due eccellenze. Abbinare agricoltura a turismo è una scelta vincente per il semplice motivo che nel documento finale del G20 si dice che può servire al rilancio delle aree rurali. Siamo stati al Co­mitato mondiale del turismo enogastronomico, e anche lì il turismo legato al vino è scelta vincente, e vuol dire che siamo nella direzione giusta, facendo promozione in tal senso» ha aggiunto il ministro «dando un’immagine del Paese che si può vedere e assaggiare». Centinaio ha poi an­nunciato un accordo col colosso dell’e-commerce A­li­baba per riservare una parte del sito all’enogastronomia italiana. La firma verrà apposta durante la prossima visita istituzionale in Cina. «Vo­gliamo stringere accordi con tutte le grandi aziende di e-commerce, co­me Amazon e Alibaba, dove l’”italian sounding” vive e si autoriproduce» ha sottolineato «e andremo a scovare quelli che fanno l’italiano “tarocco”. Con Ali­baba ci sarà la pos­sibilità di aprire una strada diversa al­l’a­groalimentare italiano». Altri accordi, ha preannunciati Centi­na­io, riguarderanno an­che il vino: «Siamo quelli che ne producono di più in Europa, ma nei mercati e­mergenti siamo lontani ri­spetto ai nostri competitor, come i francesi. Dobbiamo imparare da loro: nelle missioni all’estero an­davano i parlamentari con gli im­prenditori, con accordi già fatti, e hanno promosso il sogno del vino francese. Oggi il nostro obiettivo è quello di recuperare rispetto a loro».