BIODIVERSITÀ: IL MODELLO DI GESTIONE AVANZATA DEL VINO SOAVE

Si chiama “Modello di gestione avanzata del Soave – La biodiversità in vigna” ed è l’insieme delle linee guida che il Consorzio di Tutela attiva all’interno di tutta la filiera produttiva sin da 1982 e che adesso ha finalmente riunito all’interno di un documento di sintesi presentato e approvato nel corso dell’ultimo consiglio di amministrazione, a validazione dei diversi percorsi intrapresi dalle singole aziende in tema di sostenibilità. Scopo di questo modello è ottimizzare dal punto di vista della sostenibilità i risultati tecnici, l’attenzione ambientale e la tutela dell’operatore su tutto il comprensorio di riferimento per ridurre al minimo l’uso di fitofarmaci. Nella stagione 2016, in base all’indice di biodiversità del suolo IBS-BF, l’indice di biodiversità delle acque superficiali IBA-BF e l’indice di biodiversità lichenica per l’aria, il Sistema Soave ha raggiunto il risultato complessivo del 70% a fronte di una soglia minima del 60% per potersi certificare “Biodiversity friend”. Quello del Soave è ad oggi l’unico consorzio italiano che utilizza il protocollo della biodiversità come sistema di misura – un vero e proprio termometro – in grado di valutare l’incidenza delle fasi produttive su terra, acqua, aria. In questo modo la biodiversità diventa una sorta di “ponte” che gradualmente conduce le aziende produttrici, già impegnate in tema di rispetto dell’ambiente, verso il vero obiettivo finale: la sostenibilità dell’intero sistema produttivo.