Ca’ dei Frati, lungimiranza e tradizione L’azienda di Sirmione produttrice di Lugana fonda la sua filosofia sull’innovazione

Impossibile non conoscere i loro vini, così caratteristici, così piacevoli, così colmi di “sentori e i valori del frutto, dell’uva”. Quello che forse non conoscete è la loro storia, intessuta di lungimiranza, tradizione familiare e “innovazione conservatrice”: “mi rendo conto che si tratti di un ossimoro, ma è quello che siamo, perché lavoriamo con grande rispetto della tradizione vitivinicola, ma, nello stesso tempo, mio padre studia e progetta continuamente avanzate tecnologie per lavorare al meglio l’uva e i mosti, con un occhio sempre attento alla salute umana e anche all’ambiente”. Ad affermarlo è Maria Chiara Dal Cero, Communication and Event manager di Az. Agr. Cà dei Frati di Lugana di Sirmione.
Come è nata Ca’ dei Frati?
Ca’ dei Frati nasce nel 1939 quando il mio bisnonno Felice Dal Cero con la moglie Edvige si sposta alla ricerca di fortuna nel primo dopoguerra da Montecchia di Crosara (VR) alle sponde meridionali del lago di Garda. Qui continua a fare, con tanta lungimiranza, ciò che sapeva fare: l’agricoltore e in particolare il viticoltore. Ebbero qui tre figli, uno dei quali mio nonno, Pietro Dal Cero, fu il continuatore dell’attività vitivinicola specializzando l’azienda in questo settore. Fu anche tra i primissimi firmatari del disciplinare a credere fermamente nella nostra DOC Lugana nel 1967. Due anni dopo uscì la prima bottiglia di Lugana I Frati DOC, passando da vino sfuso a un vino con un’autorità riconosciuta. La nostra DOC è stata inoltre la prima DOC lombarda.
Cosa è possibile trovare nei vostri vini?
Mio padre enologo e produttore ha davvero una mano unica e molto riconoscibile: porta nel bicchiere i sentori e i valori del frutto, dell’uva. I nostri vini, tutti, hanno come cifra distintiva ampi sentori di frutta e fiori, lavoriamo infatti molto per cercare di far emergere proprio questi sentori primari nel vino, quelli derivati proprio dal frutto. Inoltre, il territorio è estremamente riconoscibile nel bicchiere per la sua grande sapidità, freschezza e mineralità, tipiche proprio del Lugana.
Qual è il vino maggiormente rappresentativo della vostra azienda?
Sicuramente il Lugana I Frati. Oltre ad essere la nostra prima referenza dal punto di vista cronologico, è anche il vino rappresentativo della DOC in cui ci troviamo. Assolutamente beverino, fresco, con un’ampia acidità e freschezza, si presta benissimo sia come aperitivo ma anche in abbinamento a piatti di pesce della cucina locale. Non disdegna però anche piatti e abbinamenti della cucina orientale grazie proprio alla sua freschezza che bilancia la dolcezza delle spezie e l’umami. Sebbene sia noto come un vino da bere in annata, mio padre crede moltissimo nel Lugana affinato più a lungo, con qualche anno sulle spalle dove l’evoluzione del tempo gli dona struttura, sapidità e profumi davvero intensi e caratteristici.
Quali sono gli elementi che vi contraddistinguono?
A livello aziendale, credo che il nostro punto di forza sia il valore della famiglia e del background storico che ci portiamo dietro da più di 80 anni in cui produciamo vino. Al momento in cantina lavora già la quarta generazione, composta da me e dai i figli dei tre fratelli che oggi gestiscono l’azienda: Igino, mio padre, Gianfranco e Anna Maria. A questo lavoro di squadra contribuisce nonna Rosa, fondatrice dell’azienda, moglie del nonno Pietro.
Cosa vi augurate dal futuro?
Abbiamo tanti progetti in cantiere: la realizzazione di un museo con la storia della famiglia che rappresenta un pezzo importante della storia del Lugana, progetti culturali improntati all’enogastronomia e al wine tourism, ma, soprattutto, abbiamo in programma qualche novità tra le nostre referenze e prodotti di nostra produzione che, al momento, però, non posso ancora svelare.

Stefania Tessari