Cattolica, il primo piano dell’era minali Gli obiettivi prevedono una crescita dell’utile operativo a 375-400 milioni di euro

L’’atteso piano industriale 2018-2020 di Cattolica Assicurazioni è stato approvato dal cda presieduto da Paolo Bedoni. Il business plan della compagnia, che è stato presentato alla Borsa di Milano in un incontro con analisti e investitori, prevede una cedola per azione in aumento di circa il 50%, ovvero superiore agli 0,5 euro per azione rispetto agli 0,35 euro distribuiti a valere sul bilancio del 2016. Per la terza compagnia italiana quanto a capitalizzazione di borsa (e al top per rialzo del titolo nel comparto assicurativo da inizio anno, +17,6%), si tratta del primo piano strategico dall’arrivo, nell’aprile 2017, dell’ad Alberto Minali nella cabina di regia del gruppo nella cui compagine azionaria, pochi mesi dopo, ha fatto la sua comparsa il finanziere americano Warren Buffett. La sua Berkshire Hathaway è diventato il primo azioniosta con oltre il 9% rilevando, a ottobre scorso, la quota in mano alla Banca Popolare di Vicenza. Tra gli altri azionisti sopra il 2% (dati Consob) figurano Norges Bank (3,092%), la Fondazione Banca del Monte di Lombardia (3,162%) e la Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona (3,437%). Gli altri obiettivi prevedono una crescita dell’utile operativo superiore al 60% a 375-400 milioni, a fronte del 228 milioni registrati nel 2016. Il Roe operativo è visto in aumento a oltre il 10%, quattro punti percentuali in più sul 2016. Questi risultati, ha spiegato la compagnia, verranno conseguiti mantenendo elevata la solidità finanziaria del gruppo con un Solvency II ratio compreso tra 160% e 180%. Sul fronte della raccolta, forte il focus sul vita. In totale i premi cresceranno del 64% con un flussi attesi tra 7,6-8 miliardi, di cui i premi danni tra 2,4-2,6 miliardi (+27% sul 2016) e premi vita tra 5,2-5,4 miliardi (+91% sul 2016). Nel vita la compagnia punta a migliorare la redditività e l’offerta, mentre nel danni a raggiungere un ribilanciamento del mix produttivo (premi non auto al 51% rispetto al 45% del 2016). Secondo le intenzioni di Cattolica la raccolta beneficerà prevalentemente di azioni di crescita inorganiche, come la nuova partnership strategica con Banco Bpm che, grazie alla forza distributiva di circa 1.700 sportelli, porterà al 2020 a un incremento di premi pari a 140 milioni nel danni e di 3 miliardi nel vita. L’accordo tra la compagnia veronese e il Banco Bpm è stato siglato il novembre scorso per una durata di 15 anni e decollerà a breve. La joint-venture bancassicurativa andrà a rimpiazzare i precedenti accordi sottoscritti dall’istituto con Aviva (in Avipop) e UnipolSai (Popolare Vita). La collaborazione con Banco Bpm va ad aggiungersi a quelle con Ubi e Iccrea. E tutte e tre affiancheranno allo sviluppo sui canali distributivi digitali. Attraverso una nuova strategia multicanale integrata con le reti, Cattolica ha l’obiettivo di aumentare di 150 mila unità i clienti under 35 e di ridurre del 30% dei tempi dedicati ad attività amministrative. Le altre novità approvate dal cda riguardano anche il capitolo della governance. E’ stata infatti approvata l’adozione di un sistema di governance monistico. Il nuovo modello punta a valorizzare le funzioni del cda riducendone anche il numero complessivo degli esponenti, tenendo anche conto che le funzioni del nuovo organo assorbiranno quelle collegio sindacale. Prevista anche l’abolizione del comitato esecutivo.