Festa dei lavoratori al tempo del Covid La sezione veronese delle Acli riparte dai circoli come luoghi di aggregazione

L’Italia riparta dal lavoro. È questo il messaggio che le Acli provinciali di Verona vogliono lanciare in occasione della festa del 1° maggio che mai, come in questo periodo di crisi sanitaria, sociale ed economica, acquista un valore di speranza. Per farlo, la sezione veronese dell’Associazione Cattolica Lavoratori Italiani ha scelto di ripartire dai Circoli, cuore pulsante delle Acli e luoghi di quell’ aggregazione e di quella condivisione che da oltre un anno il Covid -19 sta negando a tutti noi. Protagonista simbolo di questa ripartenza, sarà il circolo “Corso APS” di Corso di Lugo di Grezzana dove sabato mattina alle 10.30, il presidente provinciale Claudio Bolcato, accompagnato dal presidente di Acli Arte e Spettacolo, Roberto Covallero, incontrerà gli associati , nel pieno rispetto delle disposizioni anti Covid, per un momento di riflessione e di svago con un intermezzo musicale organizzato con il contributo di Acli Arte e Spettacolo .
Questo momento e questa location rappresentano un riferimento simbolico per tutti i circoli Acli e per tutti i lavoratori e in particolare per quelli dello spettacolo e della ristorazione, penalizzati in modo grave dall’emergenza sanitaria. L’auspicio è che questa prima “apertura” consenta al circolo di Corso come ai tanti sparsi in città e provincia, di tornare a essere luogo di ritrovo, offrendo anche il servizio di mescita a lungo interrotto. Un piccolo segno, dunque, ma che in alcuni contesti, soprattutto nelle piccole comunità, rappresenta un ritorno alla “quasi normalità” dopo una crisi senza precedenti che in poco più di 12 mesi ha visto crollare l’occupazione, in particolare quella femminile e dei giovani under 35, che ha comportato la chiusura di migliaia di partite iva e che ha quasi azzerato le assunzioni stagionali. “È necessario cambiare la visione del lavoro anche al nostro interno, nelle nostre strutture lavorative – afferma ancora il Presidente – non considerare più il lavoratore come un costo ma come un patrimonio e la formazione non un costo che produce profitti ma un investimento che moltiplica il capitale umano. C’è però un muro che dobbiamo abbattere per poter promuovere l’occupazione e la trasformazione del mondo del lavoro: è quello dell’urgenza quotidiana, che distrae da pensieri strategici a medio-lungo termine e ci ripiega nell’inseguire l’immediatezza del bisogno. Deve essere questa la prerogativa del Terzo Settore, che nel lockdown è stato essenziale ed efficace nella risposta all’emergenza, ma non sempre ha ricevuto dallo Stato il sostegno di cui avrebbe bisogno”. “Alimentiamo la speranza per non arrenderci alla desolazione – interviene Arianna Capri componente della presidenza Acli provinciale e delegata alla comunicazione – cerchiamo di costruire il cambiamento, certi che ne sarà protagonista chi saprà creare opportunità circolari e contribuire allo sviluppo sostenibile dell’intera società,proprio come le Acli sanno fare.”