I CAPIMASTRI VOGLIONO DI PIÙ UNO STATUTO E ANCHE L’ALBO Il presidente Favalli: “L’associazione si impegna ad introdurre corsi di aggiornamento professionale necessari per mantenere la qualifica”

È stata costituita quasi cinquant’anni fa da un gruppo di illuminati costruttori. La scuola che li forma è attiva a Verona dal 1925, ma oggi i capimastri scaligeri vogliono di più: chiedono di essere riconosciuti come categoria professionale, con un nuovo statuto e un proprio albo. Questo importante obiettivo è stato ribadito nel corso dell’assemblea che ha riunito i soci della “Associa­zione fra Capimastri e Assi­stenti edili della provincia di Verona”. All’assem­blea che ha riunito i soci, hanno partecipato, oltre al presidente dell’associazione Giancarlo Favalli, Anto­nio Savio presidente Esev – Cpt Verona e Carlo Trestini presidente della Cassa Edile di Verona. “L’associazione dei capimastri di Verona – spiega il presidente Favalli – rappresenta un’esperienza unica in Veneto e con pochissimi altri esempi in Italia. Ad oggi, riunisce una cinquantina di soci: tra essi ci sono capicantiere dipendenti di aziende edili, artigiani e imprenditori. Ma si calcola che i capimastri che hanno frequentato l’apposita scuola ottenendo la qualifica, siano circa 700 solo nella nostra provincia. A loro si rivolge l’associazione nel suo impegno di far riconoscere il ruolo del capomastro professionista”. L’obiettivo è quello di identificare la figura del capomastro come elemento fondamentale, in quanto dotato di competenze tecnico-pratiche indispensabili per la corretta gestione del cantiere. Da questa necessità di attestare la qualità e la qualificazione professionale dei capimastri, l’Associazione si pone l’obiettivo di richiedere e ottenere il riconoscimento di Associazione professionale ai sensi della Legge 4/2013, con inserimento nell’apposito elenco del Ministero dello Sviluppo Economico. A fronte di questa richiesta, l’Associazione si impegna a definire e a far rispettare, per i capimastri professionisti, requisiti minimi di ammissione, introducendo corsi di aggiornamento professionale necessari per mantenere la qualifica di socio come da regolamento in fase di approvazione. “In più – conclude Favalli – sarà adottato un codice etico di comportamento e i soci disporranno di un timbro distintivo personale quale marchio di garanzia del capomastro”.