Il piano veneto. Ecco come ci vaccineremo La strategia è stata illustrata stamattina dal governatore del Veneto Luca Zaia, dal professor Giorgio Palù (presidente dell’Agenzia nazionale del farmaco) e dalla dottoressa Francesca Russo, punto di riferimento della task force anti-pandemia. Le prime 875 dosi il 27 dicembre destinate agli operatori sanitari. Variante inglese: due settimane per avere notizie certe

Ecco il piano vaccinazioni. La task force del Veneto ha definito i passaggi. A illustrarlo il governatore del Veneto Luca Zaia, il professor Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia del farmaco, e la dottoressa Francesca Rus­so, responsabile del di­partimento di prevenzione della Protezione Civile del Ve­­neto. “Con voto di giunta ie­­ri sono state approvate le linee guida di questo piano vaccinale” ha spiegato la Russo. “O­biettivi: definire il pia­no organizzativo, somministrare il vaccino nel più breve tempo possibile, assicurare che il vaccino venga stoc­cato e distribuito nel mi­gliore dei modi, registrare tut­te le vaccinazioni e monitorare le persone vaccinate. Inoltre disporre la formazione degli operatori sanitari e organizzare la campagna in­formativa assieme all’assessore competente. I tempi sono molto stretti rispetto al 27 dicembre, giorno delle pri­me vaccinazioni. Ar­ri­ve­ranno 875 dosi e le abbiamo già distribuite tra le aziende Ulss e ospedaliere – ha spiegato la Russo. “Abbiamo in­dividuato i vaccinati e gli operatori. I primi ad essere vaccinati saranno tutti gli operatori sanitari, con priorità per coloro che sono in prima linea. Quindi che lavorano nel sistema emergenza, terapie intensive, pne­u­­mo­logia, malattie infettive e chi lavora sul territorio sul fronte tamponi e covid. Abbiamo inviduato anche priorità anagrafica, verranno vaccinati prima gli operatori più anziani. Poi seguiremo con le vaccinazioni degli ospiti delle Rsa, sia anziani che disabili. Di seguito faremo chiamate per coorte indicando alle persone quando e dove fare il vaccino. Dopo gli operatori sanitari e delle rsa proseguiremo con gli oltre 3 mila utenti che hanno più di 80 anni, seguono poi il 1.100.000 utenti con età tra 70-80 anni e prevediamo anche di vaccinare il personale dei servizi es­senziali. Dopo aver ricevuto il vaccino le persone verranno accolte per un breve periodo in una struttura e poi potranno an­darsene. Eseguita la prima dose, la seconda si farà do­po 21 giorni. “Mai un vaccino”, ha spiegato Palù, “è stato fatto in dieci mesi, ma non è stato saltato nessun passaggio come dice qualche ignorante è stata ­ alla velocità della luce. Il primo vaccino che arriva in Italia è il Pzifer che va conservato a -70 gradi e poi arriverà il Moderna che permette di conservare il vaccino a -4 gradi. Di questi due vaccini abbiamo efficace al 95%, per quanto riguarda la capacità di bloccare il Covid. Entrambi i vaccini garantiscono l’immunità sterilizzante, cioè riescono a prevenire l’infezione. Questi due vaccini hanno una reazione all’Rna nel 50-60% dei casi, ci sono quindi conseguenze come febbre, astenia, cefalea con una percentuale un po’ più alta rispetto ad altri vaccini. Nessun evento letale c’è finora stata e uno su 10mila ha avuto conseguenze più serie”. Uno sguardo al bollettino. I positivi nelle ultime 24 ore in Veneto sono 3.357, con una incidenza del 6,74% di riscontri rispetto ai tamponati. La percentuale continua a essere nettamente inferiore rispetto alla media nazionale. “La variante inglese è in Italia anche su chi non è mai andato in Inghilterra – ha spiegato Palù – bastava se­quenziare di più per trovare il virus in questa variante. Da quello che sappiamo non è più grave del virus originario, ricordiamo comunque che questo è un virus che muta. La variante inglese si è diffusa già da settembre e c’è anche in Italia. C’è stato un allarme eccessivo. Ci sono dati che danno indicazione che il vaccino vale anche per la variante inglese”. Zaia ha affrontato anche questioni amministrative. “Ieri in Consiglio regionale è stato app­rovato il bilancio di previsione 2020-2023 del Veneto. Un bilancio triennale che rispecchia la nostra filosofia, dando corso al totale cofinanziamento dei fondi co­mu­nitari con un impegno an­nuale di 65 milioni di euro e confermandoci, anche que­st’anno, una regione tax free con la rinuncia di un potenziale introtio di oltre 1 miliardo e 183 milioni di euro di tasse che restano nelle ta­sche dei veneti”.