Italia, numeri tragici: 89 casi al giorno Finora sono 109 le donne uccise: un anno fa, nello stesso periodo, erano 101 le vittime

E’ stato reso noto (ed è drammatico) l’ultimo report della Direzione centrale anticrimine della Polizia, con i numeri aggiornati su questo fenomeno in Italia.
Violenza sulle donne: i numeri in Italia
Secondo i dati forniti nel report, ogni giorno, in Italia, 89 donne sono vittime di reati di genere, commessi soprattutto da mariti e compagni (il 34% dei casi) oppure dagli ex (il 28% dei casi).
Sono 109 le donne uccise nel 2021, il 40% di tutti gli omicidi commessi in Italia.
L’anno scorso, nello stesso periodo di riferimento, i femminicidi erano stati 101.
La Direzione della Polizia criminale ha spiegato che 93 femminicidi si sono verificati in ambito familiare, 63 donne sono state uccise dal partner o dall’ex.
Violenza sulle donne: sempre di più quelle che denunciano. I dati
Dal report è emerso che sono sempre di più le donne che denunciano. In prima linea ci sono le siciliane: 172 ogni centomila abitanti donne.
Poi ci sono le donne campane (152 denunce ogni centomila abitanti), le lombarde (132), le donne del Lazio (124) e quelle del Veneto (112).

Violenza sulle donne: chi sono i nuovi violenti
A ‘La Repubblica’, Fabio Roia, presidente vicario del Tribunale di Milano e componente dell’Osservatorio sulla violenza contro le donne, ha spiegato chi sono i nuovi violenti in Italia.
Roia ha detto: “Dalla nostra analisi viene fuori un notevole aumento dei casi nella fascia d’età tra i 18 e i 35 anni, con vittime donne di età simile o ancora più giovani”.
L’esperto ha spiegato: “Se, vista dal lato delle donne, può essere incoraggiante perché ci fa pensare che ragazze più giovani siano pronte a dire no e a denunciare, dal punto di vista degli uomini vuol dire soltanto che all’interno della famiglia si continua a trasmettere una cultura patriarcale maschilista“.
Secondo Fabio Roia, la scuola può intervenire per arginare tutto questo.
La sua proposta: “Dobbiamo introdurre una vera materia. La chiamerei ‘Rispetto della diversità di genere‘, per utilizzare una formula che non spaventi le famiglie magari preoccupate dai possibili contenuti. Una materia che insegni a rispettare i coetanei di genere diverso, con nozioni di psicologia, storia, diritto pubblico delle altre nazioni, ma innanzitutto l’educazione. Ed è necessario che nelle scuole intervenga personale formato a dovere”.