LA RICETTA DI RANA L'A.D. DEL GRUPPO APPLAUDITISSIMO DAL GRUPPO CONFINDUSTRIA

Serietà, pragmatismo, esperienza. Gian Luca Rana, am­ministratore delegato del­l’o­monimo gruppo alimentare leader nel mondo, ha strappato numerosi consensi al­l’as­semblea di Confindustria Vicenza. Il suo intervento, sul palco a fianco del presidente della confederazione, Vin­cen­zo Boccia, è stato diretto, un esempio di concretezza e lungimiranza. Il bersaglio prin­cipale è stata la burocrazia, un mostro «che negli Stati Uniti non ti ferma, non è di ostacolo alle imprese come invece purtroppo succede qui in Italia. E lo dico con a­ma­rezza» ha proseguito Ra­na «perché io e tutta la mia famiglia vogliamo molto bene a questo Paese». L’am­mi­ni­stratore delegato del gruppo ha parlato del boom che l’azienda ha avuto in Ame­rica, dove la pasta e i tortellini veronesi sono diventati uno dei simboli dell’eccellenza del­la nostra cucina. Il sito produttivo aperto a Chicago, la più grande città dell’Illinois, in soli cinque anni ha raddoppiato la produzione. «Ne­gli Usa» ha spiegato Rana «siamo cresciuti del quaranta per cento ogni anno, e il no­stro gruppo oggi tocca i 350 milioni di fatturato». Negli States l’azienda dà lo stipendio a 3.450 famiglie di 37 nazionalità diverse. Sennon­ché l’intervento di Gian Luca Rana è stato a tutto campo. «Gli imprenditori italiani» ha aggiunto «hanno bisogno di stabilità per poter investire qui da noi e all’estero. Non hanno paura di niente, neppure di questo governo, come di altri. In sala ci sono nu­merosi imprenditori che fanno impresa da più di cinquant’anni e che potrebbero offrire molte ricette anche ai rappresentanti dell’attuale esecutivo, che sono arrivati solo da dieci minuti. Basterebbe solo che questi imprenditori venissero ascoltati». Tra gli ap­plausi della platea Rana ha anche criticato il sistema scolastico italiano: «Mi rammarica dirlo ma ha perso dignità. Negli Stati Uniti gli insegnanti vengono pagati come calciatori. Dobbiamo pensare ai nostri figli che si misurano con il mondo, un mondo digitale che ormai è più loro che nostro». Ieri il presidente di Confindustria Boccia, stizzito dalle ricostruzioni della stampa, ha voluto precisare a Radio Capital – ospite della trasmissione “Circo Mas­simo” di non essersi speso in «nessun endorsement» nei confronti della Lega. Ha precisato che le sue parole vanno interpretate come «una provocazione» per sottolineare «al­cune incoerenze» nella linea del partito di Matteo Salvini che «sul territorio è verde» e al governo «è gialloverde». «Nes­­sun endorsement» ha voluto sottolineare ma «strumentalizzazioni alimentate da qualche tweet. Confindustria non è di­ventata leghista: questa cosa mi fa sorridere. Quando escono provvedimenti che per noi sono ostili all’impresa sono del go­verno, non sono dei Cinque Stelle o della Lega. Quindi» ha specificato «ab­biamo invitato la Lega, che ha rapporti nelle Regioni che governa al Nord, a essere coerente con questo percorso, e a partire dalla legge sulla Class Action, in dibattito in parlamento, che prevede la retroattività, la premialità agli avvocati, addirittura la possibilità di adesione insieme seconda istanza: se passano anche questi tre concetti, al di là dell’impianto della legge che è condivisibile, è evidente che è una dimensione punitiva per le imprese». Il presidente di Confindustria ha chiesto al governo «cosa intende fare su queste cose». Quindi è entrato a pieno nei temi della manovra: «Il punto non è sforare in termini di deficit, il punto è spiegare lo sfioramento se lo sforamento comporta più crescita e più occupazione per il Paese, cosa che renderebbe sostenibile la manovra per ridurre il debito e per incrementare crescita e occupazione. Questo è il messaggio: se lo è spiegatelo caro governo, se non lo è correte ai ripari e modificate la vostra linea di azione perché se fosse solo ricorso al deficit per fare i punti che sono oggetto dei fini di Governo, quindi incremento del debito pubblico, né il mercato ci farà uno sconto né l’Europa». E infine, «il ministro Giovanni Tria in linea teorica dice cose condivisibili, bisogna però entrare nel merito dei provvedimenti. Quanto in termini di risorse questa manovra prevede per la crescita, con quali provvedimenti? Qual è il quantum delle risorse legato allo sviluppo ed alla crescita?».