NESSUNO STRAPPO, MA MOLTI AVVERTIMENTI "VERONA DOMANI" SI STACCA DA "BATTITI" - STOCCATE SULLE MOZIONE ANTI-ABORTO

Sedeva al centro del grande ta­volo della sala degli Arazzi il sindaco Federico Sboarina. Attorno, nella stanza nobile del municipio, c’erano i rap­pre­sentanti del movimento civico “Verona Domani”, tra cui naturalmente i fondatori, ossia il presidente del Consor­zio Zai Matteo Gasparato, il consigliere regionale Stefano Ca­sali, e il presidente del mo­vimento Paolo Rossi. Pre­senti anche gli assessori co­munali allo Sport Filippo Ran­do, alla Cultura Francesca Briani e il numero uno di Amia Bruno Tacchella. La confe­renza stam­­pa, convocata non si sa quanto casualmente do­po il caos suscitato a livello na­­zio­nale della mozione leghi­sta anti-aborto sottoscritta dal sindaco, è servita per annunciare ufficialmente la formazione del gruppo autonomo di “Verona Domani” in Con­siglio Comu­na­le. Finora i consiglieri Mas­simo Paci, Paolo Rossi e Marco Zandomene­ghi fa­ce­vano parte ufficialmente del gruppo “Battiti per Vero­na”, sulla scia della vittoriosa unio­ne elettorale dell’anno scorso col movimento civico di Sboa­rina. Ora le strade si dividono. Con la presenza in conferenza stampa del sindaco le parti hanno voluto di­mo­strare che non c’è alle porte alcuna spaccatura, “Verona Do­ma­ni” resta in maggioranza, eppure sono volate numerose frecciate all’indirizzo dell’attuale governo cittadino. Rossi ha esordito dicendo che «“Ve­rona Doma­ni” è di­stante da mozioni ideologiche» e che al contrario «è attenta ai temi concreti che questa ammini­strazione deve sviluppare nei prossimi mesi. Il nostro è un movimento laico» ha precisato Rossi, prima di passare la parola a Gasparato. «Sarò il nemico numero uno di qualsiasi questione i­deologica. Noi siamo per le pari opportunità» ha affermato con un certo piglio il presidente del Consorzio Zai, seccato per il caos scatenato dalla mo­zione anti-aborto. «In Con­siglio si parli più di cose concrete, di questioni per cui i cittadini ci hanno votati, e non di temi etici. Tutto il resto venga lasciato al parlamento. Noi siamo stati eletti per dare de­coro alla città, il resto non ci compete». Poi Gaspa­ra­to ha voluto sottolineare il suo impegno «costante» per “Vero­na Domani”: «Ci sono come pri­ma più di prima. Qualcuno ha detto che mi sto sganciando? No, non mi sgancio proprio da niente. E farò da bàlia ai giovani perché facciano il salto di qualità». Sboarina ha precisato che i due movimenti civici sono sempre stati distinti, che «si va avanti su un percorso codificato. Il nostro programma è talmente bello» ha ironizzato Sboa­rina «che ce l’hanno co­piato anche ad A­vellino». Ap­plausi e pacche sulle spalle. Sarà, ma la sensazione è che il movimento di Casali e Gaspa­rato abbia vo­luto lanciare un messaggio chia­ro all’amministrazione cittadina. Come a dire: con la maggioranza sì, ma non è un atto dovuto. È del tutto evidente che gli attriti degli ultimi me­si hanno lasciato il segno tra le parti. La maggioranza a Pa­lazzo Barbieri ha numeri schiac­cianti. L’opposizione (to­­­sia­ni, Sinistra e Cinque Stelle) è pressoché inesistente. E però il distacco di tre consiglieri dal gruppo del sindaco a lungo andare potrebbe diventare un elemento da non sottovalutare. Difficile che cam­bi qualcosa prima delle elezioni europee della prossima primavera. Dopo invece non sono esclusi colpi di sce­na.