NOMINE, LA PAGLIUZZA E LE TRAVI DI FLAVIO

Ciò che è successo in questi giorni per il rinnovo della società per azioni Verona Mer­cato, controllata dal Co­mune di Vero­na è a dir poco imbarazzante. Non mi riferisco al presidente della Ca­me­ra di Commercio Giu­seppe Riello che non ci ha fatto una gran bella figura, ma alle reazioni e alle critiche dell’ex sindaco per dieci anni del Co­mune di Verona Flavio Tosi. Incredibile ma vero, il buon Flavio parla di logica spartitoria quando proprio lui per un decennio ha lottizzato e diviso tutto ciò che era possibile. Inclusa, scusate la volgarità, la carta igienica. In tutti questi anni di monarchia, che qualcuno ha chiamato dittatura democratica, non c’è stata una nomina che non fosse spartitoria e legata al suo gruppo di potere. Sono finiti nei cda amici, parenti, amanti (maschi e femmine) e quant’altro. Entra­vano e uscivano dal Palazzo personaggi di dubbia fama come se fossero a casa loro, però amici che realizzavano promo-video e quant’altro per il Comune. Ecco perchè parliamo dell’evangelica par­a­bola della pagliuzza del coerente Sboari­na contro le travi del suo predecessore. E il giochetto dei Fareisei, i veronesi, anche se assonnati e distratti, l’hanno capito benissimo e li hanno puniti nel segreto dell’urna.