Ora Tommasi è uno spauracchio I risultati elettorali, col centrosinistra in netta crescita nelle grandi città, evidenzia la difficoltà del centrodestra che ora, anche a Verona, sente più che mai il fiato sul collo. Soprattutto se il candidato scelto dal centrosinistra dovesse (finalmente) accettare...

“E adesso – osserva un vecchio lupo di mare del centrodestra, che chiede l’anonimato – la vedo dura per noi… Se Tommasi si candida davvero, prevedo tempi duri…”.
Già, “…perchè i dati ci dicono due cose, inutile girarci attorno. La tanto sbandierata alleanza funziona a singhiozzo o non funziona. Secondo, la gente sceglie sempre più le persone, prima ancora che gli accordi di partito. E Tommasi è una persona in gambissima, al di là del fatto che può avere poca esperienza…”.
Questo, più o meno, il pensiero del centrodestra, al netto di tutti i distinguo che si volessero fare. Il centrodestra, cioè l’allenaza Fratelli d’Italia-Lega-Forza Italia esce piuttosto ammaccata dal voto, a livello nazionale, ma (anche) a livello locale. L’esito di Bovolone, giusto per essere precisi, ha davvero scioccato i vertici del centrodestra, che in blocco hanno appoggiato Silvia Fiorini, battuta al ballottaggio da Orfeo Pozzani, sul quale aveva invece puntato Matteo Gasparato con Verona Domani.
Insomma, non è un momento semplicissimo, complicato (tra l’altro) dalle ultimissime dichiarazioni di Zaia sulla presunta scontata ricandidatura di Sboarina. Il Governatore, senza averlo scaricato (analisi frettolosa), l’ha comunque rimessa in discussione e, a questo punto, c’è da capire che cosa cambia nella strategia del centrodestra, improvvisamente messo a nudo dall’unica cosa che conta, cioè il voto.
E se a livello nazionale, Meloni-Salvini e Berlusoconi hanno programmato un summit, la stessa cosa potrebbe accadere a Verona.
Perchè, al di là delle parole e delle intenzioni, “…qui c’è da fare un serio esame di coscienza ed evitare errori che pagheremmo molto cari”, aggiunge il solito lupo di mare. “Non possiamo perdere anche Verona, chiaro?”.
Per essere chiaro, è chiarissimo. Ma, dall’altra parte, c’è invece una “squadra”, cioè il centrosinistra, che mai come ora, avverte la possibilità di invertire la rotta. Tutti, insomma, guardano a Damiano Tommasi. Che è diventato una sorta di spauracchio, per il centrodestra e un’ulteriore speranza per il centrosinistra. Il quale non ha perso l’occasione per andare all’attacco del Sindaco, dopo la nomina di Massimo Giorgetti alla guida di Transeco.
“Con la nomina del compagno di partito il Sindaco Sboarina mostra fino alla fine la volontà di farsi beffe dei cittadini veronesi ai quali aveva solennemente promesso competenza e professionalità al governo delle aziende partecipate. Invece siamo di fronte all’ennesima nomina dal carattere squisitamente politico non solo perché Giorgetti (come da usurato copione) è il primo dei non eletti alle scorse elezioni regionali, ma anche perché in questo modo il Sindaco forse spera di fare quadrato attorno alla sua ricandidatura almeno da parte del suo partito”, dicono Benini, Vallani e La Paglia, consiglieri Pd.
La battaglia si accende ogni giorno di più.