QUALE RUOLO SPETTA ALLA FARMACIA NELLA GESTIONE DEL PAZIENTE CRONICO?

L’individuazione di patologie croniche nascoste e la “gestione” territoriale del paziente cronico sia per quanto riguarda il continuo monitoraggio sia per quanto riguarda l’adesione alla terapia sono le due sfide fondamentali per il futuro relativamente alla razionalizzazione dei costi del sistema sanitario ed alla qualità della vita dei pazienti stessi.

In molte regioni si sono studiati e realizzati progetti fra Regione, Aziende Sanitarie Locali, Università, Medicina specialistica, Medicina generale e Farmacie che vedono una gestione a 360 gradi dei pazienti cronici, in modo particolare diabetici, dismetabolici e con broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) che, impiegando le figure professionali sul territorio (strutture specialistiche, medici di medicina generale e farmacie) grazie alla loro rete di facile accesso e alla loro presenza capillare, prevedono una rivoluzione concettuale della gestione dei pazienti cronici.

Ogni figura professionale lavora nel proprio ambito, ma in stretta sinergia con le altre, garantendo così al paziente massima fruibilità del servizio assistenziale 365 giorni all’anno per 24 ore al giorno (grazie ai turni delle farmacie).

«L’accordo siglato in questi giorni fra Medici di medicina generale e Ulss 20 nell’ambito della gestione del paziente diabetico, rispondendo alla sfida dell’Organizzazione mondiale della sanità, nell’ambito della propria realtà domiciliare, è un importante traguardo, ma purtroppo – dice Marco Bacchini, presidente di Federfarma Verona – non ha coinvolto nella realizzazione una struttura sanitaria che ha proprio nel suo Dna l’assistenza di prossimità territoriale, ovvero la farmacia.

Molti sono i progetti che Federfarma Verona ha realizzato sul territorio, in stretta collaborazione propositiva  con le altre figure professionali, proprio per l’assistenza domiciliare dei pazienti e per il monitoraggio della salute dei cittadini veronesi, esperienze positive e realizzate realmente a costo zero per il Servizio Sanitario Nazionale – prosegue Bacchini -. Nemmeno un euro è stato fino ad ora speso per simili progettualità che a tutt’oggi a carico della Federfarma veronese. Le singole farmacie, hanno infatti accettato la sfida impegnativa di produrre risultati tangibili per ora a costo zero per le Ulss, per ragionare, dati oggettivi alla mano, sulla valutazione dei costi e dei vantaggi per l’intero sistema salute/cittadino, come ad esempio il CUP o gli screening colon retto, fibrillazione atriale, e altri ancora.

Oggi di riflesso a quanto siglato tra Ulss 20 e MMG, auspichiamo un celere coinvolgimento attivo di Federfarma Verona  – conclude Bacchini – ritenendo doveroso che venga aperto un tavolo di confronto e di sviluppo dell’accordo territoriale al fine di mettere in campo tutte le figure professionali che per legge hanno visto riconosciuto il proprio ruolo in tale ambito sanitario (vedi “Farmacia dei servizi” legge 69/2009). Tutto questo nell’interesse non della singola categoria professionale, ma in quello primario del cittadino e del Sistema sanitario. Chiedo, quindi, per i farmacisti veronesi il riconoscimento professionale e di collaborazione attiva».