QUANDO LA STORIA LASCIA LE FERITE Alla cerimonia erano presenti duecento alunni provenienti da istituti scolastici di Verona e Bologna. Tosi: bisogna far conoscere anche i fatti recenti

Il sottosegretario  alla Difesa, Domenico Rossi, ha preso parte al 73° Anniversario dell’Eccidio della “Divisione Acqui” a Cefalonia e Corfù. Accompagnato dal prefetto  Salvatore Mulas, e dal comandante delle Forze Operative Terrestri, il generale di Corpo d’Armata Alberto Primicerj, Rossi si è recato al “Parco Divisione Acqui”, per deporre una corona di alloro al Monumento Nazionale dedicato ai Soldati Italiani Caduti. Alla cerimonia hanno preso parte, tra gli altri, il sindaco di Verona Flavio Tosi ed il presidente dell’Associazione Nazionale Divisione Acqui Graziella Bettini e circa duecento alunni di istituti scolastici veronesi e bolognesi. A margine della commemorazione il Comune di Verona, la scuola media “Betteloni” di Verona e l’istituto scolastico “Gandino” di Bologna hanno ricevuto le copie degli Encomi Solenni tributati dal Ministero della Difesa ai reduci della Divisione “Acqui”.Siamo felici che oggi siano qui presenti gli studenti veronesi e gli alunni di una scuola di Bologna – ha detto Tosi – perché il valore di questa cerimonia non è solo ricordare una delle più terribili stragi avvenute durante la seconda guerra mondiale, ma far conoscere ai giovani i fatti recenti che hanno colpito la nostra nazione e che hanno portato alla costituzione di una società civile libera e democratica, costata migliaia di vite. Il mio augurio è che questa cerimonia, alla quale sono presenti alcuni reduci, testimoni diretti di quei giorni, possa aiutarvi a decidere come crescere e chi vorreste diventare, seguendo l’esempio di queste persone che hanno fatto della loro vita una dimostrazione di integrità e onestà”. A Cefalonia morirono in combattimento 65 ufficiali e 1250 tra sottufficiali e soldati; dopo la resa, 325 ufficiali e 5000 sottufficiali e soldati furono sommariamente fucilati dai tedeschi; oltre 3000 sottufficiali e soldati risultarono dispersi in mare, per l’affondamento delle navi che dovevano trasportarli nei campi di concentramento e di prigionia. Nell’isola di Corfù morirono in combattimento 2 ufficiali e 600 sottufficiali e soldati; altri 17 ufficiali furono fucilati.