“Sento troppi scienziati improvvisati” "Se terrorizziamo i cittadini , non avremo mai davvero una risposta responsabile"

La lotta di Alberto Zangrillo si muove sia sul piano sanitario sia su quello mediatico: da una parte è in prima fila in sala rianimazione dove per il momento sta ricoverando più malati di altre patologie che positivi al Coronavirus, dall’altra deve misurare bene le sue affermazioni altrimenti rischia di finire sempre di più nel mirino di chi vorrebbe chiudere tutto il Paese per fermare l’avanzata del Covid-19.

Da molti viene definito un negazionista, ma il suo curriculum parla chiaro e non ha bisogno di altre delucidazioni. “Non credo, stiamo affrontando il problema con metodo e l’approccio terapeutico corretto sta diffondendosi negli ospedali e sul territorio”, ha dichiarato il professore su un’ipotetica situazione simile alla scorsa primavera. Eppure ogni giorno assistiamo a scene di malati parcheggiati in ambulanza e di infinite code per effettuare i tamponi: la paura “è comprensibile” e ha alimentato un afflusso disordinato in ogni ospedale. Anche perché i test eseguiti non per tracciare, ma per tranquillizzare se stessi, “sono inutili e pericolosi”.

Tra i virologi continua lo scontro ideologico: “Esistono anche in medicina, come in tutti i settori, quelli che non sbagliano mai: sono coloro che stanno sul divano di casa, dietro a una telecamera e davanti a una scrivania”. Il primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione Generale e Cardio-Toraco-Vascolare dell’Istituto San Raffaele di Milano ha fatto sapere di avere tre punti di riferimento dal 22 febbraio: la proprietà del suo gruppo che gli ha dato mandato nel fronteggiare la crisi, il suo gruppo di lavoro e il professor Pierpaolo Sileri (membro del governo). “Io sono un clinico di terapia intensiva che lotta per guarire la gente, ma soprattutto un professore universitario”, è la risposta a chi lo accusa di essere troppo schierato politicamente nelle sue interviste in televisione. E dunque le evidenze che ricava dalla clinica e dalla ricerca “non hanno colore politico”.

“Se terrorizziamo le persone, non le renderemo mai responsabili. Mio padre mi ha insegnato l’importanza della carità”. Dal punto di vista dei cittadini qualcuno avrebbe approfittato del momento per farsi pubblicità: l’emergenza Coronavirus, ha messo in linea di produzione “una serie di scienziati privi dei necessari parametri per essere definiti e riconosciuti come tali”. La seconda ondata ha dimostrato che gli attacchi al sistema sanitario della Lombardia, che punta sull’azione sinergica del pubblico col privato, erano del tutto gratuite: “È ampiamente dimostrato che il privato non sottrae risorse al pubblico”.