SETTE NOTE PER RICORDARE CARLO EDERLE Il Maggiore, medaglia d’oro al valor militare, sul Piave fu raggiunto al collo da una pallottola di mitragliatrice. In un bel libro si ripercorre tutta la sua vita

Anche l’assessore al Decentramento Marco Padovani ha voluto partecipare alle celebrazioni per il centenario della morte del Maggiore di Artiglieria, Medaglia d’oro al Valore Militare, Carlo Ederle che si sono svolte a partire da piazzale Vittorio Veneto. L’evento, al quale hanno partecipato anche l’ex sindaco Flavio Tosi, l’ex assessore Alberto Bozza e il deputato Pd, Diego Zardini, oltre naturalmente a tutti i famigliari, compresa l’ultimissima generazione degli Ederle, è stato coorganizzato dal Comune di Verona, dall’Associazione nazionale artiglieri d’Italia e dalla Fondazione “Medaglia d’oro Carlo Ederle”. La giornata, dopo un momento religioso, è proseguita nel pomeriggio alla Gran Guardia con il concerto eseguito dalla banda musicale di Peschiera del Garda, diretta da Andrea Loss. Carlo Ederle (Verona, 29 maggio 1892 – Zenson di Piave, 4 dicembre 1917), pluridecorato ufficiale d’artiglieria del Regio Esercito durante la prima guerra mondiale, cadde in combattimento nel dicembre del 1917, venendo insignito della Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. “Si scriva quanto più è possibile di bene del Maggiore Carlo Ederle: non si verrà mai a dire tutta la verità…”. Sono le parole pronunciate da Emanuele Filiberto di Savoia, Duca d’Aosta, che stanno in apertura del bel libro che suo fratello Guglielmo, sacerdote e professore, scrisse nel 1934. E quella di domenica, a un secolo dalla morte, è stata appunto l’occasione per ricordare questo grande veronese. Con l’entrata in guerra del Regno d’Italia, il 24 maggio 1915, Carlo Ederle, combatté dapprima in Cadore, prestando poiservizio presso il Centro sperimentale di artiglieria di Ciriè (Torino). Con il prosieguo della guerra presentò domanda per ritornare al fronte, riprendendo servizio sul Carso: sempre in prima linea. Ferito gravemente ad una spalla nel corso del 1916, nel dicembre dello stesso anno, fu designato dal generale Nobili a dirigere il tiro di controbatteria delle artiglierie della 3ª Armata. A tale scopo costituì un gruppo di Osservatori d’Armata allo scopo di studiare le mosse del nemico e di fornire indicazioni utili ai comandi. Il 2 febbraio del 1917 venne insignito personalmente dal comandante dell’esercito francese, generale Robert Georges Nivelle, della Croce di guerra. Ferito nuovamente nel maggio 1917, il 6 agosto dello stesso anno fu promosso al grado di maggiore. In seguito alla disfatta di Caporetto organizzò la ritirata e il ripiegamento dei reparti d’artiglieria della 3ª Armata sulla linea del Tagliamento. Il pomeriggio del 4 dicembre 1917, mentre seguiva un’azione militare della fanteria italiana a Zenson di Piave, una pallottola di mitragliatrice lo colpì mortalmente al collo, tranciandogli l’arteria carotide. A lui sono state intitolate numerose vie a Roma, Verona, Bonavigo, Grezzana ed altre città, aule universitarie, caserme e monumenti. Tra questi ultimi segnaliamo quello scolpito in un masso di granito del Carso, del peso di 17 tonnellate, donato dagli Artiglieri in congedo e collocato in via Carlo Ederle a cura e con l’assistenza delle truppe americane del Comando SETAF il 17 maggio 1959. Ed è lì dove in tanti si sono dati appuntamento. Per non dimenticarlo.