Sprar: gestione e obiettivi raggiunti Arriva la conferma anche per il 2023 del finanziamento al progetto “SAI”

18052022_TOSI FORZA ITALIA_PALAZZO BARBIERI ©DANIELA MARTIN

Arrivano il plauso e la conferma anche per il 2023 del finanziamento da parte del Ministero dell’Interno e di Anci al progetto “SAI” per l’accoglienza e l’integrazione di minori stranieri non accompagnati realizzato dallo Sprar di Bosco Chiesanuova.
Con la legge 189/2002, il Ministero dell’Interno ha istituito la struttura di coordinamento del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) – il Servizio Centrale del Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI) – e ne ha affidato la gestione ad Anci. Lo Sprar è composto da una rete di enti locali che, attraverso il Fondo nazionale per le politiche e i servizi di asilo (Fnpsa), realizzano progetti di accoglienza integrata, non meramente assistenziali ma volti ad integrare le persone nel territorio attraverso l’ospitalità in piccoli centri e lo sviluppo di progetti personalizzati.
Il progetto di cui il Comune di Bosco Chiesanuova è capofila, ha una durata triennale 2021/2023, è attuato dalla Cooperativa Sociale Prassi e Ricerca Onlus e prevede l’accoglienza di un massimo di dieci minori stranieri non accompagnati nella struttura di comunità situata nella frazione di Corbiolo, all’interno dell’edificio dell’ex asilo.
L’equipe educativa — definita dal Ministero nel recente follow up sul progetto, “esperta, motivata, con esperienza nel settore e in grado di garantire la multidisciplinarietà richiesta” — è guidata dal Servizio di Assistenza Sociale del Comune di Bosco Chiesanuova, coadiuvato nell’operatività dall’assistente sociale, Alessia Girlanda, quotidianamente dedicata al progetto con oneri a carico del Ministero. Il report del monitoraggio realizzato dal Servizio Centrale del SAI ha messo in evidenza come la presa in carico dei minori sia stata appropriata e, soprattutto, ben individualizzata sulle esigenze dei singoli beneficiari così da metterli “al centro del sistema educativo, quale punto di forza che permette di declinare l’accoglienza all’autodeterminazione e all’autonomia degli accolti”, per usare le parole degli stessi esaminatori. Fondamentale per la buona riuscita del progetto è stato il coinvolgimento del Terzo Settore che a Bosco Chiesanuova è molto radicato, come descrive l’Assessore alle Politiche Sociali, Lorenza Corradi «Senza la rete composta dalle associazioni di volontariato e sportive e la competenza specifica della Cooperativa Sociale Prassi e Ricerca Onlus tutto questo non sarebbe stato possibile, tanto più con il blocco delle assunzioni comunali. Il resto lo ha fatto la definizione di obiettivi chiari da perseguire per gli accolti, dalla padronanza della lingua italiana all’inserimento lavorativo, dalla socialità allo sport. Lo scopo è agganciare la permanenza del minore all’interno del progetto fino alla maturazione delle necessarie responsabilità e autonomia che gli consentano la definitiva uscita dall’accoglienza e l’ingresso nella società».
Andare indietro nel tempo è utile per comprendere l’approccio all’accoglienza esercitato dall’Amministrazione di Bosco Chiesanuova dal 2017 quando è nato lo Sprar. Prima, esisteva infatti, a 1600 metri di altitudine in Località Branchetto, un Cas – Centro di accoglienza straordinaria e transitoria imposto dalla Prefettura che ospitava una cinquantina di adulti stranieri «La scelta di aderire ad un programma di accoglienza ministeriale rivolta a minori non accompagnati che fuggono da miseria e violenze di ogni genere, nasce dal desiderio di dare risposte concrete alle esigenze di un’età delicata com’è quella giovanile con la consapevolezza di avere gli spazi e le competenze per farlo bene’’, spiega il Sindaco di Bosco Chiesanuova Claudio Melotti.