Tosi fa la macumba a Salvini “Il governo sarà indicato dalla Lega, ma non potrà essere il presidente del Consiglio”. L’ex sindaco punta su Giorgetti:”Lo stimo e l’avrei voluto segretario del Carroccio”

«Il governo sarà indicato dalla Lega, che è il primo partito della prima coalizione. Ovviamente il presidente non potrà essere Salvini». Lo ha vaticinato l’ex sindaco di Verona ed esponente della quarta gamba del centrodestra Flavio Tosi in un’intervista a Radio Padova. «Lo abbiamo visto anche per la presidenza delle Camere – spiega Tosi – ognuno aveva un cavallo di battaglia al quale ha dovuto rinunciare. Per logica la prima scelta, che è Salvini, non potrà essere il presidente del consiglio incaricato». Secondo Tosi l’incarico verrà affidato invece a Giancarlo Giorgetti, segretario della Lega Lombarda dal 2002 al 2012 e attuale capogruppo della Lega alla Camera. «È una persona di cui Salvini ha la piena e totale fiducia. Il problema però non è la figura di Giancarlo Giorgetti, che stimo ed avrei voluto segretario della Lega al posto di Matteo Salvini – ha concluso Tosi – il problema è che viene fuori un governo, che qualsiasi governo sia, sarà un pasticciaccio brutto. Quindi è un governo che dura un anno e poi si va a votare». Si starà rodendo il fegato l’ex sindaco di Verona dopo aver visto assistito impotente alla sua discesa agli inferi: dieci anni da protagonista ed ora confinato in un angolo dopo essersi messo di traverso sul percorso del leader della Lega. Italia Oggi lo infila nella lista della “Spoon River” dei politici trapassati, quasi un ricordo di tutti coloro che sono scomparsi senza lasciare il segno. E pensare che il buon Flavio avrebbe potuto essere il leader della Lega. Salvini, come sottolinea il quotidiano economico, lo ha disarcionato e ha preso il suo posto. Ancora una volta un lombardo è riuscito a prendere il posto di un veneto. Tosi ha cercato di rimanere a galla. Per lungo tempo ha menato il torrone sperando in una legge che consentisse il terzo mandato, ma non c’è stato nulla da fare. Così ha continuato a infilarsi in cause perse, come quando ha appoggiato Matteo Renzi nella battaglia referendaria. Persa anche quella. Alle amministrative di Verona, mollato da tanti che fino ad allora lo avevano osannato, ha corso in favore della sua compagna Patrizia Bisinella. Anche quella un’altra partita persa. Allora ha tirato fuori la “quarta gamba”, ma ha perso anche quel treno. Ora, in attesa di novità, fa gli scongiuri.