Un grande uomo una piccola città Editoriale di Achille Ottaviani

C’era una volta (è morto qualche giorno fa) un grande uomo di aspetto e nei fatti. Si chiamava Mario Fertonani. Se n’è andato dopo una lunga malattia a 85 anni. Mantovano di nascita e veronese di adozione, Fertonani è stato il primo presidente italiano della multinazionale inglese Glaxo. Un grande uomo in una piccola città qual è la nostra. Il super manager però amava molto la terra scaligera e quando e come ha potuto, l’ha valorizzata all’ennesima potenza. Ha fatto crescere la Glaxo con migliaia di dipendenti e un avanzatissimo centro ricerche. Poi, attraverso la Glaxo, è stato sponsor sostenitore e stimolo di infinite attività. E’ stato motivo di crescita in primis della Scaligera Basket, disciplina sportiva di cui era un appassionato. Ma Fertonani era un manager che vedeva lontano. Parlava di mondializzazione del lavoro quando degli immigrati neppure si sapeva cosa fossero. Poi come consuetudine inglese e in particolare delle multinazionali, è stato giubilato in quattro e quattr’otto, cosa poi successa ad altri suoi successori, in ultimo in ordine di tempo, il bravissimo Finocchiaro. Con gli anni Fertonani si è ammalato, dimenticato da Verona che lui aveva reso grande, importante e più ricca. Fino al paradosso che la gente faceva fatica a salutarlo. Un grande uomo che ha dato e vissuto una città ingrata e piccina.