UNA GRANDINATA DI POTENTI Per la prima volta nella storia un presidente della Repubblica ha tagliato il nastro. Poi è arrivato il premier Renzi e l’ambasciatore degli Usa Phillips premia i vini di Marzotto

Per due-tre giorni, grazie al Vinitaly del cinquantenario, Verona diventa crocevia mondiale con tanto di aperture dei tiggì nazionali. Il salone internazionale del vino rappresenta infatti una bella passerella per i vip della politica e dell’economia e così nessuno vuol perdersi l’appuntamento. Per la prima volta in mezzo secolo l’importante rassegna è stata inaugurata da un presidente della Repubblica. L’arrivo a Verona del capo dello Stato Sergio Matta­rella, accompagnato dal ministro Maurizio Martina, dal presidente Luca Zaia, dal sindaco Flavio Tosi, dal presidente di Verona Fiere Maurizio Danese, ha innescato anche la prima polemica. L’immancabile Matteo Salvini quando ha sentito proferire la parola “frontiere” è andato subito fuori giro. Gli hanno fatto notare che aveva confuso l’export del vino con gli immigrati, ma lui è andato avanti lo stesso, fiero della gaffe. Non ce n’era di bisogno, ma paradossalmente l’intervento del leader della Lega ha fatto salire ha fatto scalare al Vinitaly ulteriori posizioni nelle classifiche delle notizie. Ieri l’autentica star è stato il premier Matteo Renzi. In mattinata ha visto il patron di Calzedonia, Sandro Vero­nesi, tutto lo stato maggiore del Gruppo Veronesi. Nel pomeriggio è stato intervistato dal direttore Mario Calabresi con Jack Ma, fondatore di Alibaba, il sito cinese di commercio elettronico. Per non parlare dell’ambasciatore americano John Phillip, ospite, prima di Renzi, a Villa Torre a Fumane, nell’azienda vinicola Allegrini.

“Questo anniversario è bello tondo e come tutti gli anniversari tondi ci spinge a valorizzare le cose straordinarie che sono state fatte”. Lo ha osservato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, una volta giunto nei padiglioni di VeronaFiere, accolto dal presidente Maurizio Danese e dal direttore generale Giovanni Mantovani. “Diciamola tutta – ha proseguito Renzi – la pagina più bella del Vinitaly va ancora scritta come sanno gli imprenditori e le imprenditrici del vino, il momento del ricordo è molto suggestivo, ci sono un sacco di bei momenti da celebrare ma poi bisogna guardare avanti”.L’ obiettivo per il 2020 è raggiungere i 50 miliardi di expo nell’agroalimentare. Erano circa 30 i miliardi di export di prodotti agroalimentari,  ora sono 36,9. «Ero già venuto qua nel 2014 – ha ricordato il presidente del Consiglio – eravamo a 4,9 miliardi di export sul vino, avevamo detto che saremmo cresciuti e infatti siamo a circa 5,4 miliardi, il 10 per cento in più in due anni. L’obiettivo per il vino è di arrivare a 7,5 miliardi di export nel 2020». Da segnalare che per l’evento Poste Italiane ha dedicato due francobolli al Vinitaly, entrambi in tiratura limitata di 500.000 unità per ciascun esemplare, con annullo a partire da lunedì. L’iniziativa è stata illustrata dalla presidente di Poste Italiane Luisa Todini e dal ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina. “L’attenzione di Poste Italiane verso una manifestazione internazionale come Vinitaly, che quest’anno celebra le prime 50 edizioni è motivo per noi di grande soddisfazione”, ha commentato il direttore generale Giovanni Mantovani. Immancabile anche la polemica di Oliviero Toscani, dopo quella “sui veneti ubriaconi” ha proposto di portare il Vinitaly a Milano, perchè qui non ci sono parcheggi, trasporti e c’è carenza di bagni…

G. G.