Villa, braccia, cuore: è Nepos Villae. ANDIAM PER CANTINE. Cin Cin… di Stefania Tessari A Villa Quintarelli-Ruffo, la storia di tre fratelli che riprendono un filo datato 1875

“1875” è la data incisa sulle botti più antiche della cantina. Una semplice scritta che mette in moto una riflessione, che poi prende la forma di un’idea. È così che tre fratelli valorizzano una storia molto antica, in chiave moderna, dando vita ad un progetto. Questo progetto si chiama Nepos Villae e dimora a Villa Quintarelli-Ruffo, a Negrar, località Villa, custodendo e prendendosi cura di “vini tipici tra vini atipici”.
Quando è come nata l’azienda Nepos Villae?
La cantina attuale nasce nel 2017 per iniziativa mia e dei miei fratelli Gilberto e Maria Chiara. Abbiamo scelto di riprendere un’antica tradizione vitivinicola di famiglia testimoniata dalla presenza, nella cantina storica, di botti in legno datate 1875. Osservare queste botti ci ha ispirati e abbiamo deciso che i nostri vini dovevano assolutamente rispecchiare la tradizione classica della Valpolicella. Questo momento ha segnato l’inizio nostra storia moderna. Da una fusione tra la necessaria modernità, le esperienze personali e le tradizioni presenti nella nostra famiglia.
Perché questo nome, “Nepos Villae”?
“Nepos” il nipote, nel vissuto, è colui che può portare avanti una tradizione. “Villa” è la località dove abbiamo sede. Il nipote di Villa. Indica la volontà di proseguire di chi verrà dopo di noi.
Cosa è possibile trovare nei vostri vini?
Gli antichi profumi e concetti che caratterizzavano il vino della Valpolicella nel passato: intensità di profumi, persistenza al naso ed in bocca, perfetta bevibilità senza il fastidio del bruciore in gola che l’alcool può causare, freschezza anche nel vino che ha già qualche anno, senza sovraccarico di colore. In poche parole: “la piacevolezza del bere un buon vino”.
Progetti per il futuro?
I progetti per il futuro si concentrano sul rispetto per il nostro territorio, sul creare nel consumatore la consapevolezza del buon bere, e sulla proposta di vini che siano il più possibile attenti alla tradizione. Vogliamo, infatti, evitare stravolgimenti derivanti dalle singole esigenze di mercato. Siamo stati molto felici della definizione data da un sommelier e chef ai nostri vini: “tipici in mezzo agli atipici”. Per noi, il migliore complimento.
Tre parole per descrivere la filosofia dell’azienda?
Mi piace citare il nostro motto “villa, braccia, cuore”.
Qual è il vino maggiormente rappresentativo della vostra azienda?
Noi produciamo solo i tre vini tipici della zona classica. Se proprio devo scegliere, cito il Valpolicella Classico Superiore, vera icona della nostra filosofia produttiva
Ce lo racconta?
Un ristoratore lo ha definito “non paragonabile ad altri classici superiori”, in quanto, all’assaggio, “dà la sensazione di bere il Valpolicella della mia giovinezza”. È un vino dal tannino deciso, che permette di avere un sentore lungo e pieno sia al naso che in bocca. I profumi sono intensi e persistenti. È fresco e leggero, giustamente sapido, invoglia al sorso successivo. È particolarmente pulito ed equilibrato, ha un corpo ben strutturato, e il suo colore è rosso brillante.