Via libera alla fusione tra la Bpm e il Banco Popolare. La Banca d’Italia, hanno comunicato i due istituti, ha infatti rilasciato l’autorizzazione alle nozze «considerato l’esito dell’istruttoria condotta» da via Nazionale e «l’assenza di obiezioni da parte della Banca Centrale Europea». Il disco verde della Vigilanza è arrivato in forma incondizionata, dopo che nei mesi scorsi la Bce aveva imposto pesanti richieste per approvare l’operazione, chiedendo al Banco di Carlo Fratta Pasini di alzare i livelli di copertura sulle sofferenze, con contestuale varo di un aumento di capitale da un miliardo, e imponendo una serie di paletti sulla governance della nuova banca. A breve, probabilmente già oggi, dovrebbe arrivare anche dalla Bce la concessione della licenza bancaria che permetterà al Banco Bpm di operare. Lunedì si riuniranno invece i consigli delle due banche per convocare le assemblee straordinarie che dovranno deliberare sull’operazione, e che dovrebbero tenersi o sabato 15 ottobre o sabato 22 ottobre. Se le due assise approveranno l’operazione nascerà il terzo gruppo bancario in Italia con 2.500 sportelli, con 4 milioni di clienti e l’obiettivo di realizzare 1,1 miliardi di utili al 2019. L’ultimo ostacolo alle nozze è ora rappresentato dall’assemblea della Bpm, dove serviranno i due terzi dei votanti per approvare la fusione e contestuale trasformazione in spa.