Il massmediologo Davi attacca anche il Garda: “Venite in Calabria, non c’è il virus” “Italiani, venite in Calabria: qui siamo sicuri, non c’è il virus e abbiamo rispetto del territorio. Il Nord non ha cultura del distanziamento sociale”. Non c’era bisogno di tali sciocchezze

Il massmediologo Klaus Da­­vi la settimana scorsa aveva applaudito l’iniziativa della L’O­­real che in nome dell’anti­raz­zismo ha cancellato i ter­mini “bianco”, “sbiancante” e “chiaro” dai propri prodotti di bellezza. Ora il Klaus ha re­a­lizzato uno spot televisivo che invita tutti a non andare in vacanza nel Settentrione, ben­­sì in Calabria. Le ragioni addotte sono di un certo calibro. Le riportiamo fedel­mente. “Col dilagare dell’e­pi­­demia nel Nord Italia non sarà più possibile praticare una cultura di massa del tu­rismo con un sistematico sfruttamento del suolo e un impatto ambientale deva­stante. Al Nord, si legge nelle scritte in sovrimpres­sio­ne che compaiono nella pubblicità commissionata dai sindaci della Locride, “non esiste cultura del di­stan­ziamento sociale”. E ancora: in certe zone d’Italia “i tassi di inquinamento so­no alle stelle e una politica suicida ha fatto sì che per decenni le polveri sottili uccidessero migliaia di persone. “In Calabria, inve­ce, “rispetto e salvaguardia della natura sono una realtà che hanno tutelato il territo­rio e la salute delle perso­ne”. Seguono una serie di imma­gini che reclamizzano il sole, il mare, la cultura, il divertimento della regione (elementi sconosciuti ai po­lentoni, ovviamente). Ec­co­la qui, di nuovo, la con­trap­posizione Nord-Sud, nel­la fattispecie basata non sul­l’ironia né su dati ogget­tivi, ma su un mucchio di crude sciocchezze. Pensia­mo al nostro Garda: le spiag­ge sono di prim’ordine e salvo qualche inevitabile eccezio­ne (gli irresponsabili alber­gano tanto a Bardolino quan­­to sul litorale cosenti­no) la gente sta man­te­ne­ndo un comportamento re­sponsabile. La Lessinia e il Baldo sono tra le mete più salutari e sicure d’Italia. I ristoratori e i negozianti di Verona si stanno attenendo alle regole. L’e­mer­genza sa­nitaria è alle spalle e la fa­se di con­vivenza col virus è co­minciata da un pezzo. Dovremmo forse prendere il sole dentro le scatole di ple­xiglas? Quanto alla “sal­va­guardia delle perso­ne” ri­cordiamo al Klaus che gli ospedali di Verona e del Veneto ogni anno curano migliaia di pazienti prove­nien­ti dalla Calabria, terra meravigliosa e che so­prat­tutto d’estate offre pa­norami mozzafiato, ma che non è in testa alle classifi­che sanita­rie dello Stivale. Quanto allo sfruttamento del territorio, bè, dovremmo aprire un ca­pitolo che per non ali­men­tare polemiche preferia­mo tralasciare. Da un mas­sme­diologo-gior­nalista-son­dag­gista-pubblicitario-saggista-accademico (citiamo Wiki­pe­dia) del li­gnaggio di Davi ci si sa­rebbe aspettato un po’ di più per promuovere la terra do­ve, toh, oggi ha an­nunciato la candidatura a sindaco di Reggio Calabria. I maliziosi sostengono che non sia altro che una tro­vata per far parlare di sé. Noi invece im­maginiamo già il Klaus che indossa con gra­zia la fascia tricolore. Viva il Nord, il Ve­neto, Verona. Viva le bel­lez­ze della Calabria alla quale, chi attacca il settentrione a ca­saccio, non rende un bel servizio.

La reazione di Zaia e Valdegamberi

LUCA ZAIA: “Mi viene per­sino da sorridere perché se os­servi quello spot con at­tenzione si scopre che è un vero autogol: prima si scre­ditano ambientalmente e dal punto di vista sanitario in­teri territori, poi si passa a ma­gnificare – giustamente e cor­rettamente – l’attrattività delle spiagge e delle località maritti­me della Calabria”. Zaia ne ha parlato a margine della pre­sentazione a Jesolo della pro­mozione congiunta in Germa­nia del litorale di Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Ro­magna. “Le realtà calabresi sono desolatamente vuote. So­no oggettivamente belle, quindi ci si chieda il perché”.

STEFANO VALDEGAMBERI:
“Non è mai capitato che uno promuova una località scre­ditandone un altra, usando i sol­di pubblici che in ab­bondanza, da decenni, pio­vono dalle tasche dei con­tri­buenti veneti. Oltre il danno la beffa. Comunque abbbiamo così tante bellezze e un’of­fer­ta turistica così differenziata, che non abbiamo bisogno di ve­nire nella locride per go­dere dell’isolamento social­e. Ci sono le nostre bellissime col­l­ine, le montagne, il lago”.