INTERPORTI, GASPARATO TESSE LA RETE Riconfermato alla presidenza dell’Uir. La risposta al gigantismo navale

L’ UIR (Unione Interporti Riuniti), l’associazione nazionale che riunisce la totalità degli Interporti italiani, ha rinnovato il consiglio direttivo riconfermando alla presidenza Matteo Gasparato e nominando come vicepresidenti Luigi Capitani (Vicario), Lo­renzo Cardo, Salvatore Anto­nio De Biasio. Segretario generale sarà Mosè Renzi e revisore unico Stefano La Placa. L’as­so­­ciazione, che aderisce a Con­fin­­dustria nazionale, ha come obiettivo principale quello di consolidare e sviluppare l’intermodalità nel trasporto e nella logistica attraverso un rapporto stabile tra interporti, porti, società ed enti, intesi quali sistemi d’interscambio merci nel cluster terra-mare. “Come categoria”, ha detto Gasparato, “stiamo por­tando avanti un importante lavoro finalizzato al nostro riconoscimento a livello nazionale. Obiet­tivo primario per il prossimo triennio sarà l’approvazione di una legge quadro di riconoscimento degli interporti a livello nazionale . Nel quadro di questo riconoscimento -ha aggiunto- ciò che riteniamo più importante è il potenziamento dei collegamenti ferroviari fra gli interporti e le reti principali. Alcuni interporti certamente sono già adeguatamente collegati, ma questo non vale per tutti, mentre è importante stabilire che tutti gli interporti che afferiscono alla rete nazionale, siano riconosciuti in quanto tali e abbiano la stessa efficienza di connessioni alla rete ferroviaria. Un adeguamento indispensabile se vogliamo che gli interporti diventino finalmente quella piattaforma logistica strumentale all’industria e alla logistica nazionale. In questo senso stiamo già collaborando attivamente con RFI, affinché nell’arco di qualche anno ci sia una piena efficienza del settore”. Secondo Gaspa­rato, questa rete deve comprendere in modo efficiente tutti i nodi, quali interporti e autorità portuali. Se invece la rete rimane efficiente solo fino a Verona, o Novara o Milano -ha concluso – i nostri scali appariranno sempre più come hub secondari rispetto ai porti del Nord Europa e dal punto di vista logistico rimarremo sempre più una “provincia dell’impero”. L’ imperativo è far sì che le piattaforme interportuali possano sempre più svolgere il ruolo di retroporto per i porti italiani, anche per rispondere in modo efficiente al gigantismo navale.