Moser iridato, nasce un…ghiacciolo Dopo il successo di San Cristobal, Sanson, grande sportivo, pensa a un nuovo gelato..

Questa è la storia di un campione di ciclismo e di un… gelato. Che c’azzeccano, direte voi, una bicicletta ed un ghiacciolo? Beh, alla fine di questa storia (che vi potrà anche sembrare un mix tra «Il bandito e il campione» di De Gregori – un’altra bellissima storia di ciclismo – e un western di Sergio Leone), vi sarà tutto più chiaro.
IL “BANDITO”…
In questa storia il bandito non è Sante Pollastri, ma Teofilo Sansòn, un imprenditore che la sua
fortuna l’ha fatta da queste parti, a Colognola ai Colli. È proprio lì che la sua azienda, la Gelati
Sanson, divenne un’azienda leader nel campo del dolciario, tanto da essere considerato, al tempo, il “Re del gelato”. Sanson, però, è stato anche uno dei primi e più importanti mecenati dello sport: nel 1976 ha rilevato l’Udinese e in quattro anni ha portato la squadra friulana dalla serie C alla serie A.
Perché riveste (in senso ironico) il ruolo del “bandito”? Perché nonostante le multe salate (che per uno che fa gelati…) decise di mettere il marchio della sua azienda sui pantaloncini dei calciatori:
«Anche se la regola vieta solo le maglie, non ho mai venduto tanti gelati come quest’anno». La sua vera passione sportiva, però, è stata il ciclismo, sport nel quale vinse, tra l’altro, tre Parigi-Roubaix con Francesco Moser, leader della Sanson-Campagnolo.
…ED IL CAMPIONE
Già, è proprio lui, Francesco Moser, il campione di questa storia (non ce ne voglia Girardengo).
Cresciuto a pane e ciclismo (ben 3 dei suoi 12 fratelli gareggiarono nel professionismo), Francesco
iniziò l’attività ciclistica a soli 18 anni, ma poco dopo (nel 1973) iniziò a mettere in fila una serie
infinita di successi. Tra il 1976 e il 1980 vinse tre volte la regina delle Classiche francesi e il titolo
iridato a San Cristobal, in Venezuela (1977). In quella corsa c’erano i “vecchi” Merckx e Gimondi e gli astri nascenti Thurau e Moser. Saranno questi ultimi due a contendersi il titolo.
IL DUELLO. Corrono ruota a ruota per la maggior parte della gara, fino a quando Moser, in piedi sui pedali, tira uno scatto da urlo, ma quando finalmente lo stacca… fora! Niente paura, cambio di ruota al volo e di nuovo in sella. Lo (ri)prende e lo brucia nello sprint: a San Cristobal Moser è il campione del
mondo!
LO SCERIFFO. Dalla vittoria del titolo iridato nascerà il ghiacciolo verde menta, rosso arancia e giallo limone di casa Sanson, quel re del gelato che tanto amava il ciclismo. Ma la carriera di Moser è molto di più, culminata nel 1984, anno in cui ha conquistato il Giro d’Italia. Ancora oggi, con 273 vittorie su strada da professionista, è il ciclista italiano con il maggior numero di successi, terzo assoluto a livello mondiale. Un’altra curiosità? Il soprannome: Moser era per tutti “Lo Sceriffo”, per la sua capacità di gestire il gruppo durante la corsa.
“Un incrocio di destino in una strana storia, di cui nei giorni nostri si è persa la memoria…”

Pietro Zardini