SE TOSI PIANGE, IL CENTRODESTRA NON RIDE DALLE ELEZIONI PROVINCIALI SEGNALI INEQUIVOCABILI

Dura lex sed lex. Arturo Alberti, sin­daco di Grezzana e candidato alla presidenza della Provincia, ha ottenuto 65 voti in più dello sfidante Manuel Scalzotto, primo cittadino di Cologna Veneta, ma è stato quest’ultimo a vincere. Il voto ponderato infatti ha fatto la differenza a Verona e Villafranca (dove le pre­ferenze espresse da sindaci e consiglieri contavano di più in base alla grandezza dei due comuni), e così il nuovo numero uno dell’ente provinciale è l’alfiere del centrodestra. Non di tutto pe­rò. Forza Italia partiva già spaccatta: Giorgetti da una parte, il neo coordinatore veneto Bendinelli dall’altra, quella dello sconfitto. E dunque l’esordio del nuovo capo veneto degli azzurri non è stato proprio indimenticabile. Nelle stan­ze di Palazzo Barbieri si è verificata poi una scossa di terremoto, e non proprio di livello bas­so: 5 consiglieri di maggioranza su 24 non hanno sostenuto Scal­zotto ma lo sfidante. Un altro e­sponente della squadra di Sbo­arina si è astenuto. Il che significa che un quarto della maggioranza non sta più con il sindaco. Sbo­arina finora non è stato mai apertamente osteggiato in Consiglio Comunale, lui non da troppo pe­so a quanto successo e dice che il problema è in se­no alla Lega. E però è proprio la Lega, col peso politico di Salvini, ad aver cont­ribuito in maniera de­cisa a farlo eleggere sindaco un anno e mezzo fa. A Palazzo Bar­bieri ormai il Car­roccio è spaccato in due, e il fatto che il capogruppo sia Bonato, formalmente e­spulso dal partito, la dice lunga sul­l’instabilità veronese. E infatti i vertici del partito guardano con attenzione al caos cittadino, e nelle prossime settimane non sono esclusi colpi di sce­na. Piovono sospetti anche su “Verona Domani”. Il movimento fondato da Casali e Gasparato però con una nota molto dura di­chiara di essere stato determinante per la vittoria di Scalzotto.  Chi si deve leccare le ferite ancora u­na volta è Tosi. L’ex sindaco da quando ha strappato con la Lega ha perso tutte le elezioni in cui si è cimentato. Eccezion fatta per le regionali del 2015, dove in poche settimane è riuscito a guadagnare un rispettabile 12%, è stata una batosta dietro l’altra: referendum costituzionale (era il frontman di Ren­zi), amministrative (Bisinella candidata), el­ezioni politiche con Noi con l’Italia con nuova candidatura della compagna che ha provocato un putiferio all’interno di “Fare!”. Ora le Provinciali. L’ex sindaco non ha perso la speranza di tornare in pista in quota Forza Italia alle europee, ma gli azzurri sono a pezzi e i colonnelli è assai dubbio che faranno posto all’ultimo arrivato, peraltro in crisi di voti.