VERSO IL BALLOTTAGGIO. – 6 AL VOTO. Dalla lettera di mons. Zenti Il vescovo di Verona scrive ai religiosi della Diocesi e li invita a tener conto dei valori della “famiglia voluta da Dio e non alterata dall’ideologia del gender”. Immediata, la polemica politica: chi approva la linea del presule, e chi la ritiene sbagliata: “invasione di campo’

Silenzio, parla mons.Zenti. E il silenzio finisce subito. E’ polemica accesa. Il consigliere regionale Valdegamberi commenta così la lettera inviata da Vescovo di Verona, ai confratelli della diocesi. “Bene ha fatto il nostro Vescovo a richiamare l’attenzione sui programmi dei candidati, guardando quali sensibilità sono riservate al tema dell’aborto, all’eutanasia e alla famiglia, non alterata dall’ideologia del gender. Bisogna assolutamente evitare che le Pubbliche Amministrazioni locali siano promotrici di iniziative che sposano l’ideologia gender, bypassando con sotterfugi le norme nazionali”.
Prosegue il consigliere regionale “La presenza esplicita nel programma del candidato Tommasi di iniziative volte a promuovere l’ideologia gender, suscita molte preoccupazioni. Quali libri vorrebbe portare negli asili e nelle scuole materne di Verona?”.
Immediata la replica di Giorgio Pasetto, +Europa, in appoggio alla Lista Tommasi. “Sarebbe meglio se la scelta di chi amministra una città restasse laica e legata a programmi concreti, ugualmente a beneficio di tutti, ma a Verona siamo ormai abituati alle invasioni di campo da parte di chi, invece che amministrare, a modo suo vorrebbe moralizzare. Non sorprendono quindi le dichiarazioni di Mons. Zenti, alle quali è doveroso replicare. Non mi permetto di valutare il punto di vista della fede, ma da quello civile, i valori universali che devono essere vivi in una città giusta, sono quelli della tolleranza, dell’uguaglianza, delle libertà individuali. Le carenze di cui parla Zenti, sono tutte nella destra che fino ad ora ha amministrato Verona e che
l’ha ridotta ad una immagine di città bigotta, intollerante e arretrata. Instillare paure, ricorrendo a formule inesistenti come la “teoria gender” o temi che nulla hanno a che vedere con l’amministrazione di una città, fa male alle famiglie veronesi, che hanno l’unico bisogno di far crescere giovani aperti e pieni di prospettive. Il consenso vastissimo ottenuto al primo turno dalla coalizione che sostiene Damiano Tommasi,
dimostra che per fortuna c’è una Verona che sa riconoscere chi rappresenta valori sani e di tutti, cristiani o civili che siano”.
CHE COSA AVEVA DETTO IL VESCOVO. «Compito degli ordinanti non è mai quello di schierarsi per un partito o per una persona, ma quello di segnalare eventuali presenze o carenze di valori civili con radice cristiana» aveva sottolineato Zenti
«Nelle varie tornate elettorali, di qualsiasi genere, è nostro dovere far coscienza a noi stessi e ai fedeli di individuare quali sensibilità e attenzioni sono riservate alla famiglia voluta da Dio e non alterata dall’ideologia del gender”.