Cardiologia e sostituzione delle valvole Intervento dell’Heart Team guidato dal professor Ribichini. Con la tecnica Basilica

Il team multidisciplinare di Cardiologi, Anestesisti e Cardiochirurghi dell’Azienda Ospedaliera Universitaria In­tegrata di Verona, guidato dal professor Flavio Luciano Ribichini, direttore dell’ Unità Operativa Complessa di Car­diologia dell’Azienda, ha eseguito per la prima volta in Italia presso il Polo Chirurgico dell’Ospedale di Borgo Trento, una procedura di TAVI “valve-in-valve” con tecnica BASILICA su un paziente di 81 anni che aveva già precedentemente subito due interventi cardiochirurgici ed era ad altissimo rischio di complicanze. L’in­tervento, eseguito l’11 settembre, è stato portato a termine con successo e senza complicanze dall’Heart Team guidato dal professor Ribichini, coadiuvato dal dottor Gabriele Pesarini e l’anestesista professor Leonardo Gottin. Il decorso post-operatorio, nonostante la complessità dell’intervento, è stato limitato a 48 ore con dimissione precoce direttamente a casa del malato il giorno 13 settembre. Infatti, data la minima invasività dell’intervento trans-catetere, il paziente può mobilizzarsi già il giorno successivo, riprendendo una vita normale senza bisogno di lunghi periodi di recupero post-operatorio o di riabilitazione post dimissione. La cardiologia di Verona è uno dei centri Italiani a più alto volume per le procedure di sostituzione valvolare, sia chirurgica che endovascolare, e gode di un riconosciuto prestigio internazionale oggi ulteriormente confermato da questo nuovo traguardo. “Il successo della nostra attività” – ha commentato il Prof. Ribichini che ha effettuato la procedura – “è testimoniato dalla continua crescita della nostra casistica composta da pazienti di tutto il Veneto e da altre Regioni che si recano a Verona per farsi curare.Questo è il risultato di un’enorme esperienza fondata nel lavoro di gruppo, l’alta qualificazione dei professionisti integranti l’Heart Team, il confronto continuo con i centri Europei di più alto livello con i quali collaboriamo, e uno stretto registro di controllo di qualità condiviso anche con la Regione Veneto, un’eccellenza in Italia per quanto riguarda efficienza, organizzazione, oltre che qualità e accessibilità delle cure”.  Il trattamento delle malattie della valvola aortica è possibile, da circa 10 anni, tramite l’impianto di una protesi per via endovascolare in anestesia locale attraverso un approccio mini-invasivo dall’inguine del paziente. Questa pro­cedura, denominata TAVI tran­sfemorale, costituisce una op­­zione scientificamente consolidata  alla tradizionale chirurgia a cuore aperto. Tutt­avia, è noto che le bioprotesi chirurgiche vanno incontro negli anni a fenomeni degenerativi strutturali che richiedono la sostituzione delle stesse. Un’al­ternativa ragionevole al reintervento chirurgico standard, in particolare in pazienti anziani ad alto rischio di complicanze, è rappresentata dal posizionamento di una nuova valvola biologica all’interno della bioprotesi degenerata con la stessa tecnica TAVI, attraverso una procedura denominata “valve-in-valve”. La vecchia protesi degenerata viene così “schiacciata” contro le pareti dell’aorta dalla nuova valvola protesica biologica aortica che viene posizionata al suo interno.