Finocchiaro l’esploratore. La fusione tra Agsm e la vicentina Aim In Via Campo Marzo il presidente si prepara a chiedere un mandato al consiglio di amministrazione per individuare un partner industriale di minoranza da aggregare alla partnership

Il presidente Agsm Daniele Finocchiaro si prepara a chiedere al consiglio di amministrazione di Agsm un “mandato esplorativo” per l’individuazione di un “partner industriale di minoranza da aggregare alla potenziale partnership strategica tra Agsm e Aim”. Per il gruppo consiliare comunale Pd formato da Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani “si tratta di una mossa rischiosa per due ragioni: in primo luogo, contrariamente a quanto votato dal consiglio comunale su proposta della stessa capogruppo di maggioranza Anna Grassi, l’assemblea cittadina non è stata mai informata sulle mosse in atto, delle quali è venuta a conoscenza soltanto per sommi capi attraverso indiscrezioni di stampa, l’unica commissione svolta in materia era priva di qualsiasi valore numerico”. L’amminis­trazione, dal canto suo, ha programmato di convocare una nuova commissione consiliare per discutere della consulenza di Roland Berger soltanto per metà dicembre, a giochi dunque già fatti. Respinte tutte le richieste di anticiparla. “In secondo luogo perché”, dicono i Dem, “in assenza di un piano industriale forte e di precisi paletti la collaborazione con i big dell’energia come A2A o Hera rischia di trasformarsi in qualcosa di diverso e non desiderato. Pur con tutti i distinguo del caso abbiamo sotto gli occhi la vicenda dell’aeroporto, dove ora comanda il partner industriale forte che pure si trova formalmente in una posizione di minoranza. “Come Pd ribadiamo che per sopperire alle carenze strutturali e impiantistiche del gruppo, in particolare di Amia, abbiamo assoluto bisogno di un partner industriale forte. Affermiamo tuttavia l’opportunità e la necessità che questo partner venga individuato attraverso una gara pubblica sulla base di un piano industriale convincente e trasparente, con obiettivi di crescita dichiarati e quindi verificabili. Allo stato, invece, non è affatto chiaro dove finiscano le esigenze tecniche e cominciano quelle politiche. Dai lombardi di A2A, lo ricordiamo, è intanto arrivata una lettera per chiedere d’istituire subito un tavolo di confronto per la discussione della futura partnership. Analoghe richieste sarebbero state avanzate anche dagli emiliani di Hera, da Dolomiti e da altri. La società di consulenza Roland Berger ha presentato un piano strategico che sembra indicare A2A come partner più conveniente”. Secondo quel piano, i posti di lavoro nella futura grande multiutility saranno circa 600 in più, con un margine operativo lordo di 243 milioni e quasi 300 milioni di dividendi. L’ipotesi sul tavolo è stata quella di far entrare il partner industriale, chiunque esso sia, con il 30 per cento delle quote, distribuendo il rimanente in parti eguali: 35 per cento ad Agsm e 35 per cento ad Aim. Un’ipotesi che i vicentini hanno visto di buon occhio, ma che crea invece malori a Verona, visto che Agsm è decisamente più grande di Aim e un tempo si parlava di 58 a 42. Avanti con l’esplorazione.