Facciamolo almeno per i nonni

«Ma sì, colpisce solo i vecchi!». «Il virus infetta soltanto chi è già malato!». “Ragionano” così, i cretini, nonostante il bilancio si faccia ogni giorno più grave. La pensano così, gli idioti, la cui gamma è vasta: dai politici che si ritengono supereroi ma che in realtà sono solo super-scemi, ai giovani che ancora oggi non si rassegnano a lasciar perdere per qualche settimana lo spritz in compagnia, che senza selfie con le facce da ebeti non si può stare. Il Coronavirus, lo ripetiamo allo sfinimento, non è la peste, ma l’impennata di contagi, il fatto che scarseggino i posti in terapia intensiva (e non esistono solo i malati da Covid-19), e che il mondo ci abbia isolato, dovrebbero far rinsavire anche le zucche più vuote. E invece no: «Si ammalano solo gli anziani!».
Non è così, anche se ovviamente sono i più esposti, ma mettiamo che lo sia. Se «muoiono solo i vecchi», cari deficienti, muore l’Italia.

IL NOSTRO PILASTRO
Tralasciamo per un attimo l’aspetto affettivo, che è superfluo dire quanto amiamo i nostri nonni, anche se troppo spesso ci accorgiamo della loro importanza solo quando passano a miglior vita. Se, come sostengono i minus habens, quelli che continuano a fare la vita di prima mettendo a repentaglio non solo la propria salute (chi è causa del proprio mal pianga se stesso) ma soprattutto quella delle persone più deboli che ci stanno accanto, «crepa solo chi aveva già patologie», sapete cosa succede? Che le famiglie si impoveriscono, dato che un nonno su tre contribuisce al bilancio domestico, e ciò avviene nonostante il 60% prenda meno di 750 euro al mese di pensione. Non lo diciamo noi, ma tutte le statistiche. Se «il virus colpisce solo gli anziani» addio baby-sitter disponibili a ogni ora del giorno e della notte, addio agli amorevoli vecchietti che vanno a prendere a scuola i nipoti mentre i genitori sono al lavoro, tanti saluti ai tuttofare, a quelli che quando hai un problema trovano sempre la soluzione e che non si lamentano mai se non nei confronti di uno Stato ingrato che dopo una vita di sacrifici li costringe a una quiescenza troppo spesso indegna.

DITE LORO «GRAZIE!»
Vi rendete conto, giovani (e meno giovani) fenomeni da selfie di gruppo, popolino che grida allo scandalo «perché la discoteca è chiusa e io cosa faccio il venerdì sera», che molti di voi non potrebbero girare con la macchina figa o indossare il cappottino firmato se non fosse stato per gli sforzi dei nonni o dei vostri anziani genitori? Se non volete stare a casa perché vi sentite più furbi degli altri, almeno fatelo per rispetto chi vi ha cresciuti, dato un tetto e molto altro. Se pensate, sbagliando alla grande, di non potervi prendere nessun accidente, abbiate almeno un briciolo di riconoscenza per chi si è fatto in quattro per darvi una vita agiata. Divano, Netflix, qualche libro, il frigo pieno: non ci sembra un isolamento terribile. Vi è consentito anche andare a fare una passeggiata, a patto che stiate distanti un paio di metri dagli altri. In più potete continuare a scrivere sui social le corbellerie di sempre. Viva i nonni! Abbas­so i mentecatti!

di Alessandro Gonzato