“Se tornassi indietro, è sicuro: Mutu alla Juve, lo porto a piedi” Così Pastorello ricorda quella “maledetta retrocessione in B...”

Il tempo, assicura lui, è sempre galantuomo. “Vede – sospira Pastorello – adesso e solo adesso mi capita di girare per la città e di trovare gente che mi ferma e mi dice… “ah, presidente, fprse con lu avèmo esagerà”.
Strizza l’occhio, il presidente più discusso della storia del Verona. Il più criticato. “Dica pure insultato” corregge. Ha spalle larghe, Pastorello.
E memoria lunga. “Io non sono così sciocco da pensare che tutto quello che
venne fatto allora sia stato giusto. Ci sta, di sbagliare. Ma sono sicuro che allora venne organizzata una campagna di stampa contro di me come se fossi io l’unico colpevole di quella retrocessione. Ma questa non è la verità, le persone intelligenti lo sanno”.
La fatal Piacenza. “Il campionato lo perdemmo prima” sospira. “Quando ci
illudemmo di poter andare in Uefa, dopo il girone di andata. Quando non ci accontentammo del pareggio in certe partite, che poi finimmo per perdere. Quando non diedi Mutu alla Juventus, a metà stagione. Ci davano 25 miliardi di vecchie lire, non
proprio una somma da buttare…”. Si ferma. “Tornassi indietro, glielo porterei
io, a piedi. Se fossi stato interessato solo ai miliardi, l’avrei ceduto senza
pensarci. Invece ne parlai in società, parlai con Malesani, il quale mi disse di no. “Presidente, con Mutu andiamo in Europa”. Un errore gravissimo. Quello era un affare e con i 25 miliardi avremmo avuto i mezzi per rinforzare comunquela squadra. Da lì cominciarono i nostri guai. In più, la squadra si sentiva già salva e io, per problemi personali non potevo seguirla come avrei voluto. Parlavo col mister e lui mi diceva “siamo vivi”. Ma io vedevo che non c’eravamo più. E infatti, quando andammo a Piacenza, per giocarci la serie A, avevamo già perso prima di cominciare…”.
Solo adesso la città che vive di calcio sembra averlo (quasi) assolto. “Io ho
la coscienza pulita” dice. “Ho portato qua fior di giocatori, basta pensare a quella squadra che poi retrocesse”, scuote la testa. “Non facciamo i nomi, li ricordano tutti. Una squadra come quella non doveva andare in B…”.
Pastorello va anche più indietro. “E Prandelli, ricordate Prandelli? Lo portai io a Verona, non lo volevano e poi ha fatto quello che ha fatto. Perchè io non dimentico neanche i momenti felici. I primi anni sono stati splendidi. Per questo, se guardo indietro, sono in pace con la coscienza…”