A Diego Lopez la panchina che scotta. Era giusto esonerare Cioffi? Sì o no?

Cioffi 4/9/22 Hellas Samp Ph Renzo Udali©

Scelto il sostituto di mister Cioffi. Bocchetti rinuncia e resta alla Primavera. Il tecnico uruguagio firma fino a giugno

Il comunicato è il solito, se possibile, anche più asciutto del solito: “Hellas Verona FC comunica di aver sollevato Gabriele Cioffi dall’incarico di allenatore della Prima Squadra. Il Club ringrazia mister Cioffi e il suo staff per il lavoro svolto”.
Il domanì è già cominciato. Ha il nome di Diego Lopez, tecnico uruguagio, già in Italia prima come giocatore, nel Cagliari, dove ha pure allenato con Cellino presidente. Non un granchè il suo curriculum. Tra Cagliari, Bologna e Brescia ha raccolto più esoneri che altro, ma ha il pregio (dovere di cronaca, non altro…) di essere un uomo di Marroccu, diesse gialloblù, e di avere miti pretese economiche. Qualsiasi altra ipotesi (Andreazzoli e Ballardini, ad esempio) è naufragata ancora prima di diventare possibile, proprio per una questione di garanzie.
All’ultimo, ha fatto marcia indietro anche Bocchetti, che ha preferito restare alla Primavera, piuttosto che infilarsi in un labirinto. Lo sarebbe stato, infatti, una conduzione “a due”, Lopez&Bocchetti. Chi comandava? Chi avrebbe fatto la formazione? Bocchetti, gesto coraggioso il suo, ha detto “No, grazie” e a quel punto Setti e Marroccu hanno chiuso con Lopez. Contratto fino a giugno, poi si vedrà. Nessuna pretesa neppure per lo staff, dove arriva soltanto Michele Fini, suo vice da sempre.
Insomma, la scelta più indolore (economicamente) per una società che deve già pagare Di Francesco (fino a giugno) e Cioffi (fino a giugno 2023).
Il caso è chiuso. Con tanti saluti a Cioffi e con la speranza che Diego Lopez si scopra qualità da…Tudor. Certo, rimangono molte perplessità sull’operazione, così come sui modi e sui tempi, ma adesso è inutile stare a recriminare. A un mercato “discutibile” (eufemismo), segue adesso una scelta ancora più discutibile. E in arrivo c’è il Milan. In bocca al lupo a Lopez.

Fa discutere il cambio in panchina. Pro e contro una scelta controversa, in cui la società non fa davvero una bella figura

PERCHE’ SI’.
Perchè lo condannano i numeri e il rendimento della squadra. Partiamo dai numeri. 5 punti in 9 partite, media decisamente da retrocessione. In più, va detto, gol fatti e gol subiti, l’Hellas di Cioffi ha una delle difese più battute e uno degli attacchi meno “svegli”.
Quanto al rendimento, forse proprio a Salerno, ironia della sorte, il Verona ha offerto una prestazione all’altezza. La ripresa del Verona è stata decisamente confortante, al punto che anche un pareggio, tutto sommato, sarebbe stato stretto.
Però, in due mesi e mezzo di campionato, anche questo va detto, Cioffi non ha trovato la chiave per risolvere il rebus. Ha cambiato modulo, ha cambiato (spesso) uomini, ha rinnegato (anche) la sua idea di calcio per provare a raddrizzare la barca. Risultato? A parte la ripresa di Salerno e qualche sprazzo isolato, l’Hellas non ha ancora un’identità, nè di gioco, nè di uomini. E questo preoccupa, al di là della classifica, che dopo 9 partite non può essere definita. Ma questo è costato caro al tecnico toscano.
PERCHE’ NO.
Perchè Gabriele Cioffi viene esonerato, ironia della sorte, proprio dopo la miglior prestazione del Verona in questo campionato. Da Salerno, risultato a parte (e non dimentichiamo l’arbitraggio…) erano arrivati segnali importanti, come se la squadra avesse cominciato finalmente a capire quello che Cioffi predica da tempo.
E poi, diciamolo, gli alibi non mancano certo a Cioffi. Il Verona che lui aveva in mente è stato smantellato in un mercato quantomeno discutibile. Quando ha firmato, pensava a una squadra, s’è trovato ad allenarne un’altra, nettamente più debole.
Questo è giusto dirlo, per onestà di cronaca. Gli sono stati affidati giocatori arrivati all’ultimo, in condizioni precarie, alcuni dei quali di difficile valutazione. (Hrustic?). In più, anche questo va sottolineato, ha perso le ultime due partite all’ultimo minuto, dopo essersela comunque giocata (a Salerno, soprattutto). Non è una squadra allo sbando e sarebbe stato opportuno, almeno, dargli altre chances. Il Verona non ha mai “perso la bussola”, se non col Napoli alla prima. E comunque sia, paga l’allenatore, ma paga anche le colpe degli altri.