A Verona le prime detenute diplomate Nella sezione femminile del carcere di Montorio sono diventate “tecniche di scuderia”

Una decina di donne detenute nella sezione femminile della casa circondariale di Montorio sono pronte a montare “in sella” al proprio futuro grazie al progetto nazionale “Si sostiene in carcere”, realizzato dal Soroptimist International Club di Verona in collaborazione con Fieracavalli, Valpolicella Benaco Banca e un ghost donor.
L’iniziativa avviata nel 2022, che ha visto il cavallo come veicolo di inclusione sociale, ha previsto 250 ore di formazione teorica e pratica erogate dalla FISE, Federazione Italiana Sport Equestri, che hanno permesso alle detenute di ottenere il diploma di una delle figure più richieste dal comparto equestre: il tecnico di scuderia, in gergo groom. Un futuro, per queste donne, fatto di inclusione sociale e di riscatto, perché la “libertà” passa necessariamente anche dalla professionalizzazione.
Prendersi cura di un cavallo dalla A alla Z (o quasi), prevenendone infortuni e patologie, ma anche provvedendo all’alimentazione corretta dell’animale sono proprio alcune delle mansioni che Elisa (nome di fantasia) sarà chiamata a svolgere in un maneggio disposto ad accoglierla non appena ottenuti i permessi dalla struttura di detenzione. «Nonostante la condizione di reclusione, queste donne si preparano così a ripensare alla vita che le attende oltre le sbarre, puntando sulla formazione personale quale elemento fondante della propria futura indipendenza», spiega Annamaria Molino, past president del club scaligero (presidente in carica è Giovanna De Finis). «Un progetto che sposa la vocazione del Soroptimist International di promuovere il potenziale delle donne ovvero sostenere l’avanzamento della condizione femminile, tramite azioni concrete». «Molto alto il numero di diplomate. Segno di una iniziativa capace di offrire concrete opportunità di riscatto ai soggetti più svantaggiati della società e inserita nel lungo percorso che Fieracavalli porta avanti con il carcere di Montorio già dal 2013. – aggiunge Federico Bricolo, presidente di Veronafiere – Inclusione e sostenibilità sono i punti cardine della cultura equestre che Fieracavalli da sempre si impegna a diffondere e promuovere: il cavallo come vettore di forti messaggi che guardano con concretezza ai punti dell’agenda ONU 2030».
Fino a qualche tempo fa la formazione dei groom era delegata alla passione personale. «Ora grazie ai nostri corsi – dice Clara Campese, presidente del Comitato regionale Fise Veneto – è possibile formare profili competenti, in grado di offrire un servizio al cavallo, volto a garantirne il benessere e la cura, nonché a supportare i proprietari e i circoli ippici nella gestione fisica e delle varie attività in cui questo “Maestro di vita” è coinvolto». Maria Grazia Bregoli, già direttrice del carcere di Montorio (sotto la cui direzione si è tenuto il progetto): «Il carcere per molti rappresenta un luogo isolato, chiuso, ma non è così, noi cittadini comuni consideriamo diverso chi ha commesso un reato, basandoci sul certificato penale, ma i valori della nostra società sono l’inclusione sociale e il rispetto della diversità, e i compiti del carcere sono favorire il reinserimento e allontanare gli ostacoli di impedimento all’inclusione. Straordinaria dunque questa collaborazione con Fieracavalli, che accetta e accoglie i detenuti con rispetto e senza pregiudizi».
Soddisfatto per il risultato Daniele Maroldi, presidente di Valpolicella Benaco Banca.