Accolti qui centinaia di profughi Il chiostro di San Francesco offrì asilo a famiglie di italiani esuli dalle terre dell’Istria

Un passaggio di testimone. Al microfono le voci emozionate degli esuli, in platea gli studenti veronesi in rigoroso silenzio. A scandire il tempo, foto dell’epoca, immagini di Rovigno, Fiume, Pola, ma anche di persone che non sono sopravvissute. In Gran Guardia, hanno preso il via le celebrazioni ufficiali per il Giorno del Ricordo. Presenti anche le autorità civili e militari di Verona. E per il prossimo anno il sindaco ha proposto di coinvolgere l’Ateneo, ricordando che il chiostro San Francesco fu luogo di accoglienza per centinaia di profughi.
La commemorazione, istituita nel 2004 da una legge dello Stato, ha l’obiettivo di ‘conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo e della più complessa vicenda del confine orientale’.
Sono intervenuti tra gli altri il prefetto Donato Cafagna, la presidente della Consulta provinciale degli studenti Camilla Velotta e la presidente del Comitato di Verona dell’As­sociazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia-Anvgd Loredana Gioseffi. A seguire le testimonianze degli esuli Tullia Manzin, Marina Smaila e Alfredo Polessi. Presente anche l’assessore alla Cultura Francesca Briani. Durante la mattinata i familiari di Cosimo Mastro­pietro hanno ritirato il riconoscimento conferito dal presidente della Repubblica al brigadiere fucilato nel 1944 dai partigiani slavi per ‘il sacrificio offerto alla Patria’.
“Queste celebrazioni hanno cercato di restituire alla memoria nazionale una pagina che era stata completamente cancellata e che ancora oggi qualcuno vorrebbe ridurre o peggio negare – ha detto il sindaco Federico Sboarina -. Una vera e propria tragedia che coinvolse tanti nostri connazionali e che poi ha trovato un giusto e doveroso riconoscimento da parte delle Istituzioni. Soprattutto nei nostri territori che, in quegli anni, vissero da vicino il dramma dell’esodo. Prima del 2004 pochissimi parlavano, commemoravano, rievocavano quella ferita profonda, taciuta e nascosta. Migliaia di nostri concittadini furono a lungo dimenticati dallo stesso Stato che li aveva accolti. Ma non cancellati nel dolore di familiari e amici”. “Verona, negli anni dell’esodo – ha proseguito Sboarina – fu una delle città che maggiormente seppe dare accoglienza. Il chiostro San Francesco, all’interno dell’università, offrì asilo a numerose famiglie d’italiani esuli dalle terre d’Istria, Fiume e Dalmazia”.

Hanno preso il via le cerimonie ufficiali del Comune di Verona in occasione del Giorno del Ricordo. La commemorazione, istituita nel 2004 da una legge dello Stato, ha l’obiettivo di ‘conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo e della più complessa vicenda del confine orientale’. In Gran Guardia nelle bouvette è aperta anche la mostra fotografica ‘Dedi­cata al ricordo’. L’espo­sizione, ad ingresso libero, è curata dall’Anvgd ed è arricchita dai testi di Guido Rumici. Sabato 8 febbraio, alle ore 10.30, in piazza Martiri d’Istria, Fiume e Dalmazia sarà deposta una targa a ricordo del dramma dell’esodo e delle foibe. Nel pomeriggio, alle ore 16.30, in Gran Guardia, ‘Ricordi e musica’ con l’Ensemble sull’ali dorate.