Adailton lancia Lasagna: “Gran colpo” Il doppio ex presenta Hellas-Parma: “Se prendi uno così, l’asticella si alza per forza”

L’emozione del doppio ex, che deve molto al Parla e al Verona. Martins Adailton al Parma ha conosciuto l’Italia, mentre al Verona è diventato grande. Oggi, attende una panchina dopo le prime non esaltanti esperienze. La sua analisi inizia proprio dal Parma, la sua prima squadra italiana.
“Dopo la promozione e il ritorno in Serie A D’Aversa era riuscito a mantenere la squadra a metà classifica: quest’anno è completamente diverso e per il Parma è un momento complicato”.
Il Parma si salverà?
“È difficile. Davvero. Ma bisogna crederci. Quest’anno è particolare sotto tanti aspetti, vedo anche il Torino in difficoltà e non l’avrei mai immaginato. Un paio di risultati però possono restituire l’entusiasmo. Certo, a Verona la vedo dura”.
Va a gonfie vele invece l’Hellas… “Quando prendi gente come Lasagna significa che pensi di alzare l’asticella. Quello che ha fatto Juric l’anno scorso e quest’anno è straordinario. Tre anni fa il Verona era in Serie B, oggi è una squadra importante in Serie A”.
Mica male il centrocampo del Verona…
“É un centrocampo che ha tutto. Forza, aggressività, qualità. Juric è riuscito a dare equilibrio tra i reparti. Oggi il Verona è un avversario ostico per tanti, può mettere in difficoltà tanti, come l’Atalanta”. Doppio ex, ma la sua carriera dice che è stato tanti anni a Verona. Per chi tifa?
“A Verona ho vissuto sette anni. Certo, vedere il Parma in Serie B mi dispiacerebbe. Oggi il Parma ha più bisogno di punti non sarei dispiaciuto se vincesse, ma sono più dalla parte del Verona. Sette anni sono un bel pezzo di vita e sono stati anni importanti, non solo sul piano sportivo. In ogni caso sono gialloblù”
Studi da allenatore, pensa già ad una panchina?
“L’idea è quella di fare un percorso e arrivare in Serie A. Sarebbe bello tornare dove ho vissuto l’esperienza da giocatore. MI piacerebbe allenare anche i bambini, hanno bisogno di consigli, tante volte le squadre investono molto sui grandi e meno sui settori giovanili. Ma è lì che formi il giocatore di domani”.
Il suo modello?
“Mi piace Guardiola però ho anche un debole per l’Atalanta di Gasperini: due concetti esasperati. Una squadra deve avere un’identità chiara e la squadra che ho in testa è una formazione aggressiva che vuole prendersi il risultato. Per adesso la penso soltanto, prima o poi la troverò davvero”.