Agsm sempre in cerca di un partner “La Lega non vuol sentir parlare di A2A”. Va a rilento la fusione con i vicentini di Aim

“Dice bene Finocchiario: lui è “solo il presidente” di un cda… senza maggioranza, ostaggio dello scontro tra Lega, che non vuole sentir parlare di A2A, e Battiti, il movimento del Sindaco ormai troppo debole per imporre una linea o un indirizzo”. E’ la sintesi cruda di Michele Bertucco, consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune, all’indomani dell’incontro che il presidente della partecipata di Lungadige Galtarossa ha avuto con i capigruppo di Palazzo Barbieri. “La politica, che il Sindaco Sboarina aveva cercato di sbattere fuori dalla porta con la nomina di un “tecnico” a presidente della maggiore multi-utility veronese”, fa notare Bertucco, “rientra prepotentemente dalla finestra. Ma la tattica è nuovamente quella di temporeggiare: si rinvia a settembre la questione della fusione con Aim. Si rinvia la scelta del partner industriale. Rinviata pure l’approvazione del bilancio di Amia il cui “rosso”, già ampiamente annunciato, sarà ancora più profondo per la vicenda della Serit relativa al progetto della nuova sede a Rivoli veronese. “Per uscire da questa impasse”, conclude Bertucco, “è necessario parlarsi chiaro e lasciare da parte i ragionamenti ideologici: A2A così come Hera, non vengono a Verona per fare soltanto il partner industriale. Quali possibilità ci sono di riuscire ad ottenere esattamente “ciò che ci serve” – come dice Finocchiaro – da una eventuale partnership con uno di questi colossi senza perdere il controllo delle nostre aziende? Nel frattempo sarebbe una buona cosa perfezionare almeno la fusione con Aim”. Critiche alla situazione di Agsm arrivano anche da Tommaso Ferrari, consigliere comunale di Verona Civica-Traguardi «Lega contro Sboarina su Agsm: ennesima prova della fragilità di una maggioranza che occupa poltrone e glissa sui contenuti. Un dibattito che sa pochissimo di visione industriale e che invece pare avere tutte le fattezze dell’ennesima lotta politica. A questo ci siamo abituati, ma quello che spaventa è la variabile tempo: 2 anni di amministrazione e ancora si assiste a divisioni profonde. Dove andare? Partner industriale sì, no, forse. In house di Amia, perché no? Fusione con Aim, chissà? Mentre Verona se la prende comoda, un dubbio amletico dopo l’altro, Hera vince Ascopiave e il mondo industriale, là fuori, va veloce. Sboarina e i suoi non capiscono, forse, che senza visione non si tiene in standby un’azienda, ma si scrive la sua fine. Tra i due litiganti il terzo gode. E il terzo in questa partita è qualsiasi competitor con un minimo di strategia industriale in più di AGSM».