Alberghi stop scorciatoie L’appello del presidente degli albergatori Giulio Cavara di fronte alle scelte di Palazzo Barbieri: no a nuovi hotel in deroga urbanistica. “Si decida in base al Pat e non a spot, favorendo il ritorno in Centro dei residenti. La qualità del turismo è bassa”.

“Basta alberghi, in centro si devono riportare i residenti, i giovani e le famiglie perché il cuore della città si sta impoverendo e il livello del turismo si sta abbassando”. Sembrano parole di un ambientalista o di un osservatore esterno che vuole andare controcorrente rispetto al business del turismo. E invece sono di Giulio cavara, uno dei massimi esponenti del settore ricettivo: è il presidente della categoria albergatori per Confcommercio. Sembra che parli contro il proprio interesse e invece “serve uno sguardo un po’ lungimirante per capire la trasformazione che è avvenuta in città e non si può continuare su questa strada. L’Amministrazione comunale per prima, che dovrebbe essere sensibile a questi aspetti, lo dovrebbe capire”.
Lo spunto arriva dalle tante richieste per deroghe alberghiere al vaglio di palazzo Barbieri e di cui la cronaca di Verona ha dato anticipazione sull’edizione di ieri. Non ci sono solo le richieste in deroga per aprire alberghi al Palazzo Bottagisio di via Leoni e al Lords of Verona di piazza dei Signori, ma altre quattro sono in lista d’attesa: in via XX Settembre, in via Duomo, in vicolo Tre Marchetti e in via Catullo. Oltre a questi, va tenuto conto che è già stato approvato dal Consiglio comunale l’hotel Marriott negli edifici di via Rosa e via Garibaldi di proprietà della Fondazione Cariverona.
Ma presidente Cavara, che cosa ne pensano gli albergatori?
“Ribadiamo un unico concetto innanzi tutto: noi non siamo pregiudizialmente contrari a modificare lo status quo alberghiero del Centro, non siamo contro nuovi alberghi. Però facciamo notare che in centro sono state aperte così tante locazioni turistiche che sono l’equivalente di 90 alberghi da 60 camere. Il presupposto al quale secondo noi si deve fare riferimento per queste decisioni è il Pat, il Piano di assetto del territorio che disegna la città del futuro”.
Quindi secondo voi la decisione se concedere un nuovo albergo o no è una questione di metodo da parte del Comune?
“Esatto. Emerge dal Pat questa necessità?”

“Troppo turismo fa male a tutti, la qualità di turisti e città si abbassa”

Difficile dirlo adesso: il Comune si affida alle deroghe urbanistiche per pubblica utilità…
“E’ questo che contestiamo. Se dal Pat emergesse una necessità di nuovi alberghi in centro città, nulla da dire. Diciamo no invece alle deroghe urbanistiche fatte a spot e prive di una analisi a monte. Sono casi straordinari e per di più le deroghe sono fatte in base al principio della pubblica utilità: ma non c’è nulla di pubblica utilità nella trasformazione di un residence in albergo, è solo una speculazione immobiliare”.
Si riferisce anche al caso dell’hotel Marriott?
“Sappiamo che Fondazione Cariverona non è un interlocutore privato qualunque. Nel Piano Folin erano previsti anche interventi di pubblica utilità, ma questi poi sono spariti col tempo ed è rimasto solo l’albergo. Se la deroga urbanistica viene utilizzata come alternativa al Pat, che è in fase di aggiornamento, è chiaro che dopo ci provano tutti e si crea una fila di richieste. Palazzo Bottagisio è stato preparato come hotel dove non era possibile farlo, sperando o sapendo però che prima o poi una deroga sarebbe arrivata. Lo stesso per Lords of Verona: due interventi che non si potevano fare, ed era risaputo”.
Quindi cosa chiedete al Comune?
“Di evitare le scorciatoie che noi contestiamo. Si deve rimanere nell’ambito del Pat che deve essere impostato per tutelare la funzione abitativa e residenziale”.
Vuol dire che voi siete per un ritorno dei residenti nel centro città?
“Sì, il Comune perché fa ancora alberghi invece di investire sui residenti?”
Non è che non volete altri concorrenti?
“No, non è questo, come dicevo abbiamo già l’equivalente di 90 alberghi da 60 camere a causa dei B&B. Il problema che noi vediamo ormai da tempo è che troppo turismo fa male a Verona e alle città d’arte in generale. Il turista è un ingrediente della città, ma non può essere l’unico. Dobbiamo riportare i veronesi a vivere in centro, far tornare i negozi di vicinato, ridare una vita normale al centro storico”.
Alcune città hanno varato restrizioni contro l’overtourism, il Comune di Verona cosa dovrebbe fare?
“Innanzi tutto dovrebbe attenersi al Pat e non concedere altre camere e nuove autorizzazioni. Quando il Pat sarà aggiornato per il futuro della città, vedremo. E poi il Comune dovrebbe trovare agevolazioni per riportare studenti, coppie e famiglie ad abitare in centro storico. Firenze ha imboccato la strada delle restrizioni e ha fatto bene: se la nostra amministrazione comunale fosse coraggiosa e lungimirante investirebbe sui residenti e non sugli speculatori immobiliare, uscendo dalla logica del profitto”.
Cosa dicono di Verona i turisti vostri clienti?
“Chiedono: come mai ci sono solo negozi di grandi catene e di basso livello? L’interesse e la appetibilità di Verona è diminuita perché sta calando il livello del turista che viene a visitarci: compra caramelle e cover e se ne va. Il turismo così concepito alla fine impoverisce la nostra città”.
M. Batt.