Alla Trota, c’era una volta Luciano… Veronica, Mauro e il figlio Luca: “Cucina di qualità, vino buono e un bel po’ d’allegria...”

“Osteria Trota – da Luciano”, e già nel nome si capisce che ne son passate di gestioni. Appesa
all’insegna esterna della trattoria c’è una riproduzione del pesce d’acqua dolce, che rimane impressa fin dalla prima occhiata. Dentro Veronica e Mauro, lei in cucina e lui a correre in sala, con il fondamentale aiuto del figlio Luca, come nuovo acquisto. E dopo un po’ di attesa per la tanta mole di lavoro, finalmente si concedono: “Porta pazienza, ma siamo solo noi 3 a gestire tutto”, si confida Mauro. “Qualcuno ci ha rivelato che si parlava di questo locale già dai tempi di Napoleone, chissà da quanto esiste. Circa 55 anni fa invece l’hanno presa in gestione i miei genitori: era una tipica osteria in cui si giocava a carte, con le trippe, il risotto al tastasal visto che mia mamma è di Isola e i gotti, tanti. Quei no i passa mai de moda…”(ride).
Siamo stati in via Trota, in pieno centro storico a due passi da piazzetta Peschiera, ad assaggiare dei maccheroncini con crema di radicchio e formaggio Monte.
Oggi piove, ma il vostro plateatico esterno è un bell’aiuto in questo periodo?
Mauro: prima del covid facevamo servizio solo all’interno, il vicoletto invece è particolare e apprezzato, spero ce lo riconfermino. Devo ammettere però che, essendo abituati a lavorare solo dentro, fare gli scalini, alla sera si fan sentire tutti sulla schiena…
Il nome da dove deriva?
Veronica: credo che l’osteria abbia in realtà dato il nome alla via, più che altro perché qui una volta c’era il mercato del pesce. Luciano invece era il papà di Mauro, l’insegna l’ha costruita lui: una volta
il passaggio di un camion ha fatto cadere il pesce, e la gente rimaneva spiazzata per l’assenza.
Piatti più richiesti?
Veronica: in menù abbiamo ovviamente sempre del pesce, l’orata, d’estate le vongole e il fritto misto, d’inverno il baccalà. Poi cerchiamo di seguire il filone piatti del territorio: fegato, pastissada, il bollito, il coniglio arrosto. Quelli che vanno di più però sono i bigoli all’asino, che mi dicono buonissimi.
Personaggi famosi ne son passati?
Mauro: c’è stato un anno in cui al Teatro Nuovo c’era l’attrice romana Marisa Merlini. Veniva a mangiare tutti i giorni qua, e a mezzogiorno della prima mio papà le fa: “Auguri per il debutto”. Lei, da scaramantica, si alza davanti a tutti e urla: “Luciano non si dice auguri, si dice mer..” e giù risate.

La ricetta: “Bigoli all’asino, ne vale la pena…”

Veronica, che pasta usate?
I bigoli me li faccio fare dal pastaio, ogni giorno pasta fresca.
Per il ragù invece?
Compriamo il pezzo di carne e me lo macino io direttamente. Poi solito soffritto, con erbette varie e bacche di ginepro, e un po’ di pomodorini per dargli quell’acidità necessaria. Infine sfumo col vino rosso e lascio bollire.
Vino da abbinarci?
Rosso, in tanti prendono quello della casa, senno abbiamo bottiglie di Valpolicella Bennati o Vantini.
Prezzi?
Antipasti 7/8€, primi dai 9/12€, secondi 9/13€, dessert 4€.

EffeErre