Almar’à con le donne del Mediterraneo Per la campagna del Rotary Verona Sud

Undici donne, otto provenienze geografiche diverse, un sound unico che fonde Occidente e Medio Oriente in un grande arcobaleno musicale. È ALMAR’À, l’orchestra di donne arabe (nella foto) e del Mediterraneo in Italia, che torna in concerto dopo il lungo stop dovuto all’emergenza sanitaria. Martedì 22 marzo sono sul palco del Teatro Ristori di Verona per la campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne curata dal Rotary Club di Verona Sud. Superando confini geografici e frontiere musicali, la musica di ALMAR’À vede il kanoun della giovane Dima Dawood, nata a Damasco ma oggi di stanza a Berlino, fondersi al contrabbasso jazz e al violoncello della turca Derya Davulcu; la darbouka della tunisina Sana Ben Hamza suona con il flauto nay di Valentina Bellanova, uno strumento della tradizione araba suonato da un’italiana, al momento trapiantata in Germania e docente al Conservatorio di Musica Turca di Berlino (BTMK) e alla Global Music Academy di Berlino. Il piano è affidato all’ italo-tunisina Sade Mangiaracina, tra i “dieci protagonisti del jazz italiano del futuro”. E poi le percussioni affidate all’energia di Vera Petra, il flauto traverso di Silvia La Rocca, di origine eritrea con studi al Conservatorio di Musica Santa Cecilia e una carriera decennale in ambito concertistico. Il coro ospita invece la voce dal Kenya di Kavinya Monthe Ndumbu e quella dalla Turchia di Yasemin Sannino – voce de “Le Fate Ignoranti” di Ferzan Özpetek che vanta collaborazioni con i maggiori compositori di colonne sonore italiane ed estere –, la passione di Hana Hachana, tunisina di 24 anni e una professione di estetista, e di Nadia Emam, cresciuta in Toscana ma decisa a non abbandonare le proprie origini egiziane. A dirigerle Ziad Trabelsi.