Ambiti territoriali sociali, si parte Recepite le istanze di Verona e Padova. Un’importante dotazione finanziaria di 5,5 milioni

MANUELA LANZARIN

“Abbiamo approvato una legge molto significativa perché gli ATS diventano il contesto nel quale sarà sviluppata la gestione associata dei servizi sociali. Essi divengono il fulcro della programmazione, della pianificazione, del coordinamento locale e della gestione della funzione socio-assistenziale, con una visione complessiva su un territorio vasto rispetto a quello del singolo Comune. E’ stato fatto un buon lavoro, per il quale ringrazio tutto il Consiglio e i nostri tecnici”.
E’ questo il commento dell’Assessore alle Politiche Sociali della Regione Veneto, Manuela Lanzarin all’approvazione, avvenuta in Consiglio regionale, della legge che determina un nuovo assetto organizzativo e istituzionale degli interventi e servizi sociali, istituendo gli Ambiti Territoriali Sociali.
“La Regione Veneto oggi è la prima Regione in Italia a normare l’organizzazione dei servizi sociali territoriali dopo la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali (LEPS) – evidenzia l’Assessore – e a declinala con gli Ambiti territoriali sociali (ATS), indicando in maniera esplicita la soluzione di un ente terzo dotato di personalità giuridica come soluzione capace di costruire servizi di qualità proprio a partire dall’investimento sulla stabilità e le competenze del personale addetto. La logica di un ente terzo fatto dai comuni associati e dedicato agli interventi sociali consentirà la messa a fattor comune delle risorse oggi frammentate e scarse presenti sul territorio a supporto di una programmazione capace di fare le giuste economie di scala e di dialogare alla pari per l’integrazione con il mondo sanitario e le aziende ULSS (esperienza già consolidata), con quello del lavoro, della scuola e i Provveditorati, con la giustizia, ecc. A ben vedere tutti dialoghi che richiedono una dimensione sovracomunale e che richiedono una organizzazione stabile”.
“E’ stato fatto un lavoro capillare partendo dal basso – aggiunge Lanzarin – di concerto con i Comuni e le Conferenze dei Sindaci. Da qui la nuova definizione degli ATS da 21 a 24 ambiti, recependo anche le istanze di Verona e Padova. Avremo in generale più accessibilità, più trasparenza, più omogeneità nelle prestazioni socioassistenziali. Importante anche la dotazione finanziaria, 5,5 milioni, per dare avvio a queste infrastrutture sociali”.
“Gestire la Pianificazione associata delle politiche sociali – aggiunge Lanzarin – è la sfida alla quale i territori saranno accompagnati dalla Regione, in quanto solo attraverso la pianificazione associata intercomunale sarà possibile dare risposte di qualità ed uniformi ai cittadini, ed in questo percorso tutti i comuni saranno protagonisti e partecipi del cambiamento. Si crea una rete virtuosa, dalla quale ci aspettiamo efficienza, efficacia, risposte diffuse ai bisogni della gente”.
Secondo Lanzarin, “gli ATS, attraverso questa nuova norma, saranno riconosciuti quali contesto di riferimento per la realizzazione dei Livelli essenziali delle prestazioni sociali (LEPS), costituiti dagli interventi, dai servizi, dalle attività e dalle prestazioni integrate da assicurare con carattere di universalità per garantire uniformità di trattamento, qualità della vita, pari opportunità, non discriminazione, prevenzione, eliminazione o riduzione delle condizioni di svantaggio e di vulnerabilità. Non secondaria anche la possibilità che, istituendo gli ATS, sarà possibile attingere ai fondi europei della Misura 5 del Pnrr”.
Ancorché i LEPS siano definiti dal Governo centrale, la materia delle politiche sociali è di competenza esclusiva delle Regioni, ed in tal senso la norma in questione interverrà nel dare un ordine organizzativo e nel definire le competenze da parte degli enti locali nell’ottica della gestione associata dei servizi sociali e per sostenere la pianificazione sociale