Arena. Il viaggio tra le meraviglie della nostra città

GiorgioSommer

L’anfiteatro sorgeva su una lieve prominenza artificiale (mentre oggi si trova sotto il normale livello stradale), e le sue fondazioni erano costituite da una platea in opus caementicium (= è una tecnica edilizia inventata e ampiamente utilizzata dai Romani.) È caratterizzata dall’utilizzo del cementizio, l’introduzione del quale per la costruzione di edifici, risale agli inizi del III secolo e consentì una rielaborazione degli spazi interni e non solo.
Il drenaggio delle acque, era assicurato da tre cloache anulari poste sotto il pavimento di altrettante gallerie concentriche. Altre due cloache erano poste lungo gli assi maggiore e minore della struttura, e portavano le acque di scarico fino all’Adige.
L’aspetto del monumento è oggi piuttosto diverso rispetto a quello originale, in particolare per via della mancanza dell’anello esterno, che sarebbe stata la vera facciata.
Il settore ovest doveva quindi essere il più importante, come sembra confermare anche la diversa disposizione delle scale d’accesso rispetto al settore est.
L’ala dell’anfiteatro fu realizzata in pietra da taglio proveniente dalla Valpolicella.
La tecnica di realizzazione è standardizzata e replicata in tutto l’edificio, mentre i materiali utilizzati non presentano decorazioni se non l’ordine architettonico nel prospetto esterno, anche se non mancavano certamente le statue di cui alcune rinvenute durante degli scavi, sono custodite al museo archeologico del Teatro Romano. I materiali utilizzati per la costruzione del monumento sono omogenei in tutto l’edificio, segno che grazie alla solidità della sua struttura l’Arena ha subito solo ristrutturazioni limitate.
La facciata esterna ed i pilastri sono stati realizzati con pietra da taglio, nel particolare il Rosso, reperibile in Valpolicella, una pietra calcarea molto diffusa nel veronese I blocchi di marmo venivano lavorati in modo che potessero essere posti l’uno sull’altro senza l’uso di malta mentre le facce a vista non erano rifinite, ottenendo un effetto di bugnato e riducendo i tempi di lavorazione.
Le murature interne sono state realizzate con paramento di opera mista di mattoni e ciottoli: in pratica ricorsi alternati di ciottoli abbastanza grossi e tre file di mattoni.
Agli inizi del I secolo Verona era una grande città, situata in una posizione strategica, allo sbocco in pianura della via Claudia Augusta, che seguendo l’Adige portava al Passo del Brennero. Queste furono le premesse che portarono al dimensionamento e alla costruzione dell’anfiteatro, che dovette tener conto della popolazione della città, piuttosto elevata, del contado, ma probabilmente anche dei centri vicini che infatti, pare fossero prive di anfiteatro. Si tenne conto certamente anche dello sviluppo demografico futuro, in quanto la costruzione di una tale opera era molto dispendiosa e si doveva evitare di dover costruire un secondo edificio.
Tiziano Brusco