Arena, per Tommasi strada in salita. Il 2 marzo Consiglio per il nome del sovrintendente Febbrili consultazioni per una soluzione condivisa ed evitare muro contro muro

Giornate di febbrili trattative e contatti tra soci per trovare una solzione al rebus della Fondazione Arena, visto che il 2 marzo è prevista una nuova riunione del Consiglio di indirizzo per formalizzare al ministero il nome del nuovo sovrintendente. Dopo che il Consiglio ha bocciato la proposta del sindaco presidente Damiano Tommasi di aprire una manifestazione d’interesse perché i tempi erano troppo stretti, ora resta da capire che si resterà su posizioni politiche contrapposte con il centrodfestra in maggioranza con quattro voti contro tre o se si riuscirà a trovare una sintesi e a ricucire lo strappo. Di sicuro il sindaco Tommasi vuole proporre un nome nuovo da quello dell’uscente Cecilia Gasdia sostenuta invece da Camera di commercio (Riello), Regione (Puppo) e ministero (Cubico) mentre Marconcini per Cattolica sarebbe in posizione più neutra. In queste ore si intensificano le telefonate tra i soci per care una soluzione condivisa che eviti un altro muro contro muro. O il sindaco riesce a trovare con il ministro Sangiuliano la sintesi su un nome alternativo a Cecilia Gasdia, il cui mandato in proroga scade il 4 marzo, oppure visti i numeri in Consiglio di indirizzo che sono favorevoli al centrodestra, si andrà a una riconferma della Gasdia e il sindaco potrà nominare un direttore generale come fu De Cesaris negli anni scorsi. Anche se resta da verificare il piano giuridico: può esserc un sovrintendente non gradito al sindaco presidente della Fondazione che è pure legale rappresentante? Il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi di Fratelli d’Italia ha proposto di tenere la Gasdia affiancandole un direttore generale di fiducia del sindaco. “Sono per una soluzione conservativa senza avventurarsi in percorsi che non presentano solidità”. Ipotesi che l’entourage del sindaco respinge. Franco Bonfante e Alessia Rotta, segretari provinciale e cittadino del Pd, in una nota chiariscono la linea. “Fondazione Arena non deve essere bottino di nessuno, serve subito una soluzione condivisa per il sovrintendente. In questa partita non c’è destra e non c’è sinistra. C’è soltanto il ruolo di Verona nel panorama culturale mondiale da consolidare e da promuovere, nell’ottica di portare a termine il processo di rilancio dell’ente cominciato tra grandi sacrifici qualche anno fa e di onorare la fama della Città nel mondo con le fondamentali scadenze della Stagione lirica 2023 e del Centenario”. Il coordinamento della Lista Tommasi con Alberto Battaggia ribadisce che “La Fondazione Arena non è un ring.L’esito della prima riunione del Consiglio di indirizzo rappresenta un fatto grave ed inedito”. E critica i soci privati: “’L’atteggiamento dei soci pubblici – Governo e Regione – poteva essere prevedibile, anche se non giustificabile: anche la politica politicante dovrebbe sempre misurarsi nel merito delle cose, prima che negli interessi di parte. Ma ancor più colpisce l’atteggiamento dei soci privati. La Camera di Commercio di Verona ha inteso promuovere, già da alcune settimane, una crociata volta a sostenere un candidato particolare senza nemmeno valutare altre possibili opzioni. Allo stesso modo colpisce anche la scelta di Cattolica Assicurazioni, che esordisce alla prima occasione pubblica assecondando una insensata logica di schieramento, esibendo un atteggiamento istituzionalmente inadeguato”. La prospettiva di una spaccatura o di una nomina di un sovrintendente non gradito al sindaco presidente che è pure legale rappresentante della Fondazione non sarebbe percorribile, forse nemmeno giuridicamente. “Tutti i soci dovrebbero riflettere e convenire sull’insensatezza di una scelta che non godesse della fiducia del sindaco della città. Non è pensabile che tra Sovrintendente, consiglio di indirizzo, soci non ci sia un clima di reciproco rispetto. Auspichiamo in questi giorni un confronto sincero tra i soci per indivduare il nuovo sovrintendente”.

Sindacati: accordo per salvare la stagione. Presa di posizione unitaria di fronte allo scontro

Infine in una nota congiunta, Cgil, Cisl e Uil esprimono “grande preoccupazione per quanto accaduto nel corso dell’ultimo Consiglio di Indirizzo. Il Festival 2023 rappresenta un’occasione importantissima non soltanto per lavoratrici e lavoratori di Fondazione Arena ma anche per tutto il tessuto imprenditoriale veronese che grazie al Festival gode di un indotto economico notevole. Per queste ragioni le segreterie sindacali auspicano che si trovi una soluzione condivisa che tenga anche conto degli interessi di lavoratrici e lavoratori, che negli anni passati hanno pagato un prezzo altissimo a causa di scelte politiche alquanto discutibili’’. Si evidenzia inoltre, che “gli ultimi anni sono stati caratterizzati da relazioni sindacali molto tesi, che hanno provocato anche il primo sciopero unitario nel corso di un Festival (luglio 2021). Certamente una spaccatura all’interno del Consiglio di Indirizzo renderebbe molto più complicata l’operazione di riappacificazione tra le/i dipendenti e i vertici. Si spera, quindi, che per il bene dei dipendenti di Fondazione Arena, per la buona riuscita del Festival 2023, per la tenuta stessa della Fondazione e per il bene di tutta la città si trovi una soluzione adeguata’’.