“Arena, stagione 2024 già in ritardo” Cgil, Cisl, Uil e Fials: “L’ultimo Consiglio è saltato, la spaccatura mette a rischio tutto”

La stagione lirica si organizza con almeno un anno, anche due, di anticipo per evidenti motivi: allestimenti da preparare e impegni dei cantanti in primis. Ma le difficoltà di condivisione ai vertici della Fondazione Arena secondo i sindacati stanno rallentando le decisioni. “Negli ultimi mesi abbiamo più volte ribadito la necessità che non siano lavoratrici e lavoratori di Fondazione Arena a pagare la grave spaccatura che si è creata nel Consiglio di Indirizzo, in particolare tra la Sovrintendente e il Presidente (nonché sindaco)”, scrivono le Segreterie provinciali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Fials Cisal .
“Abbiamo inoltre dichiarato che gli interessi legati al festival in Arena non sono importanti soltanto per i livelli occupazionali (si arriva a quasi 1500 dipendenti) ma anche per il fondamentale indotto economico che produce, del quale beneficia l’intero sistema economico di Verona e di tutta la provincia (stimato in circa 450 milioni di euro dalla Camera di Commercio).
Il ritardo nella programmazione del Festival crea sempre notevoli problemi a chi deve idearlo e organizzarlo e agli stessi lavoratori stagionali che non possono organizzarsi con la dovuta tempistica per ricercare alloggi a prezzi contenuti, problema che anche nella nostra città è diventato molto critico.
Il programma del Festival viene anticipato di almeno un anno; quindi, all’inizio di un Festival si conosce già quello successivo (quello del 2023 era noto nella primavera del 2022). Questa tempistica non è indifferente perché permette, tra l’altro, di aprire subito le prevendite; iniziare immediatamente la campagna di marketing; ingaggiare i cast il prima possibile; garantirsi un numero adeguato di personale aggiunto.
Alla luce di queste considerazioni riteniamo inaccettabile che la convocazione dell’ultimo Consiglio
di Indirizzo, che avrebbe dovuto anche discutere e approvare il Festival Areniano 2024, sia saltato per la mancanza del numero legale”.
Problemi politici? Timori di nuove baruffe? Una fase di stallo pericolosa secondo i sindacati, per nulla foriera di buone nuove.
“Sarà quindi nostra cura”, dicono i sindacati, “attivarci subito con tutte le Istituzioni, locali e nazionali, per coinvolgerle al fine di sbloccare quanto prima questa situazione”.