“Assumiti le responsabilità!” Zaia durissimo contro Conte su vaccini e autonomia Il governatore del Veneto ha tuonato contro i tagli alle forniture del farmaco Pfizer: “Va chiarito cos’è stato scritto nel contratto: se non si parla di invii settimanali ma trimestrali l’azienda americana non ha alcuna alcuna colpa”. Sul governo: “Servono i numeri, e questi non ci sono”. Sul Titolo V: “Zero rispetto per chi ha votato il referendum”

“Da ieri abbiamo dovuto di­mez­zare il numero dei vaccini anti Covid perché non abbiamo sufficienti dosi e personale medico per rispettare il piano vaccinale. Invece di cercare i voti dei Ciampolillo in Parlamento, Conte, se ancora e è presidente del Consiglio, si assuma la responsabilità di risolvere la questione”. Questo il durissimo messagio dei governatori della Lega Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia), Attilio Fontana (Lombardia), Maurizio Fugatti (Trentino), Christian Solinas (Sardegna), Nino Spirlì (Calabria) e Luca Zaia. Quest’ultimo, in conferenza stampa nella sede della Protezione Civile di Marghera, ha proseguito nello j’accuse. “Sui vaccini la situazione è piena punti domanda. Ma se il taglio è del 29% a livello na­zionale, almeno sia orizzontale. Se c’è da tutelare la posizione nazionale e veneta non si può prescindere da sa­pere qual è il contratto. Se c’è scritto che il plafond di fornitura è trimestrale, e non c’è un impegno formale a livello settimanale, Pfizer non ha comm­­esso irregolarità. E’ vero che anche in altri Paesi europei si è tagliato. Non vorrei che l’azienda abbia fatto conto sulle cinque dosi e non su sei. Ci servono 110 mila dosi per i richiami”, ha aggiunto. “Al mo­­mento abbiamo 22.230 dosi dell’ultima fornitura, più altre 20 mila in magazzino. Avevamo un programma prudenziale – ha evidenziato – e ci servono tutte queste dosi, ma non pensavamo che ci fosse il taglio del 50%. Co­munque per questa settimana ne veniamo fuori”. Vaccinazione ma non solo. Zaia è stato netto anche sull’esito della crisi di governo: “Se fosse una spedizione con una grande scalata, partiremmo con gruppo di persone poco allenate, il numero è risicato. Io con numeri come questi sarei impossibilitato a fare ri­forme e grandi scelta e appeso al voto dell’ultimo sconosciuto, ci vorrebbe governo mol­to più forte di consenso parlamentare con maggioranza strutturata. Parliamo di nu­meri – ha proseguito il governatore – non so se ba­steranno le fiduce sui provvedimenti, è veramente tirata, se qualcuno ha il raffreddore e non va in aula è un bel problema. Per governare ci vo­gliono i numeri ma qui non ci sono. L’imbuto del parlamento sarà sempre più importante, non so se basterà il consenso nazionale, abbiamo appuntamenti importanti con il Recovery Fund, la riforma della giustizia e del Wel­fare”. Durissimo anche sul tema dell’autonomia: “Rispetto zero nel passaggio sul titolo V del presidente Conte, anche rispetto a tutti i veneti che sono andati a votare per l’autonomia in modo serio. Non può liquidare l’autonomia in questo modo. I Paesi che funzionano hanno dato competenze ai territori, a me spiace che abbia voluto portare questo cameo nel suo discorso per addolcire gli animi di qualcuno che pensa che il futuro è il medioevo, mentre il Covid ha dimostrato che le Regioni funzionano, ma nemmeno superman sarebbe stato in grado di governare la situazione Covid da Roma”.