Borchia: “No a Draghi e Lagarde” L’esponente leghista: “Serve qualcosa di diverso rispetto al passato”. “Vannacci? E’ un’ipotesi”

di Damiano Buffo

Paolo Borchia, eurodeputato uscente della Lega torna in corsa per Bruxelles e punta alla riconferma nel Nordest. Alla presentazione della candidatura, questa mattina, ha fatto il punto sugli obiettivi senza nascondere le difficoltà e le opportunità.
“I temi al centro del mio impegno sono sempre quelli per la difesa della nostra economia, delle nostre imprese. vale a dire più competitività per industria e agricoltura. Ci trasciniamo un gap storico che continuiamo a pagare senza riuscire ad agire sui salari dei nostri lavoratori che perdono potere di acquisto”.
Colpa della politica decisa dalla Bce con Lagarde?
“Lagarde ha sempre confermato di perseguire una impostazione ideologica mirata al pareggio di bilancio, senza aver dimostrato alcuna sensibilità sulle conseguenze molto dannose, negative, che i continui rialzi dei tassi di interesse hanno avuto sulle nostre imprese e i nostri cittadini”.
Quindi?
“Quindi alla Bce serve qualcuno di più realista al posto della Lagarde”.
E la possibilità che arrivi Draghi alla presidenza della commissione europea al posto di Ursula Von der Leyen?
“Il profilo di Draghi è sicuramente autorevole, ma per la discontinuità che riteniamo sia necessaria ora rispetto al passato, credo serva qualcos’altro rispetto a Draghi”.
Ma che probabilità avrete di cambiare una maggioranza che storicamente si regge su Ppe e socialisti?
“Si tratta di vedere se il Ppe vuole fare qualcosa di diverso o se vuole restare nel ruolo di stampella della sinistra. Si vota con il proporzionale in tutti i paesi europei, vedremo”.
Lei punta a raccogliere il frutto di cinque anni di lavoro sul campo e si ricandida. ma capolista potrebbe arrivare da nulla il generale Vannacci: sarà così?
“E’ una ipotesi, non discuto le scelte del partito. Io ho sempre dato il massimo impegno e mi metto in gioco indipendentemente da come sarà composta la lista della Lega per Bruxelles”.
A proposito di generali, l’Unione europea si trova ad affrontare scenari di guerra senza una difesa comune: sarà un tema prioritario dopo le elezioni?
“Si tratta di un percorso che occuperà anni: come gestire il tema della difesa della Ue in rapporto alla Nato? Va sicuramente aperta una riflessione di fronte a un contesto internazionale profondamente mutato”.
Chi vota Lega vuole più Europa o meno Europa?
“Vota un partito coerente, che non ha fatto voltafaccia e che si è sempre battuto contro le scelte discutibili della Ue in campo agricolo, alimentare, migratorio, ambientale. Accentrare troppe competenze su Bruxelles non ha risolto nulla, le risposte non sono arrivate e inoltre l’Eurozona non cresce. Qualcosa bisognerà pur rivedere, no?”
M.Batt.