Ca’ del Bue, colpo di freno Il presidente di Agsm Aim, Federico Testa: “Faremo preparare tra breve una valutazione di impatto sanitario per il nuovo impianto di trattamento fanghi. Alla Regione chiediamo di sospendere, per ora, la procedura di autorizzazione”.

Frenata di Agsm-Aim nel processo di autorizzazione dell’impianto per il trattamento dei fanghi previsto a Ca’ del Bue e che tante proteste sta suscitando, sia nei Comuni confinanti, sia nella settima circoscrizione che ha già dato parere negativo chiedendo integrazioni.
Integrazioni che Agsm è ben disponibile a chiedere, come dice il presidente Federico Testa: “D’intesa con il socio Comune di Verona, e dopo avere debitamente informato il socio Comune di Vicenza, – spiega Testa – Agsm-Aim invierà una richiesta alla Regione Veneto di sospensione della istruttoria relativa al nuovo impianto di Ca’ del Bue, al fine di integrare la domanda a suo tempo presentata”.
La multiutility in particolare, spiega Testa, presenterà “una richiesta per una Valutazione d’Impatto Sanitario, sulla quale l’Azienda ha già contattato e contrattualizzato una società che ha già lavorato in passato anche per il Comune di San Giovanni Lupatoto”.
Richiesta che era stata avanzata anche dal Pd provinciale.
“Agsm Aim formalizzerà inoltre alla Regione Veneto, nelle modalità più opportune, la sua precisa intenzione di dedicare il nuovo impianto esclusivamente ai fanghi di depurazione”.
Si tratta di fanghi che risultano dal processo di depurazione del depuratore cittadino. Una volta potevano essere anche dispersi per concimazione nei campi; ora non più. In agricoltura sono utilizzabili nella misura del 20%, il resto finisce in discarica.
Il fatto è che i fanghi contengono il 75% di acqua e quindi sono molto pesanti, per cui il costo del loro smaltimento in discarica è molto alto. Inoltre sia che vengano sparsi nei campi sia che finiscano in discarica, l’acqua che è contenuta nei fanghi diventa percolato che si infiltra nel terreno e in falda.
Da qui il procedimento di essicazione e di combustione per cui Agsm-Aim vorrebbe realizzare un nuovo forno ad hoc, come già realizzato in provincia di Milano. L’asciugatura dei fanghi non avverrebbe più con i digestori che consumano metano, ma con un processo circolare che porterebbe a produrre biometano per rifornire i mezzi di Atv e di Amia.
Resta l’aspetto dei Pfas eventualmente presenti nei fanghi: un utilizzo nei campi o in discarica permetterebbe ai Pfas di circolare, la combustione dovrebbe invece eliminarli. Per sciogliere ogni dubbio, arriverà la valutazione di impatto sanitario.
“Tutto ciò con l’intento di chiarire, ancora una volta, come non sia certo intenzione dell’Azienda di produrre un peggioramento della situazione ambientale della zona, – prosegue Testa – e tanto meno qualsiasi rischio per la salute dei cittadini ma, al contrario, l’obiettivo sia quello di cercare soluzioni che consentano un miglioramento ambientale sul nostro territorio”.
“Agsm Aim conferma infine – conclude il presidente – la sua volontà di procedere all’individuazione di un soggetto terzo, a caratura nazionale e pubblico (quindi non legato alla necessità di “abbeverare il cavallo alle richieste di chi paga”) e spera di poterlo fare congiuntamente con le Amministrazioni locali interessate.”

Verona Domani: “Manovra oscura”

E proprio mentre i vertici di Agsm-Aim comunicavano questa decisione di sospensiva per una verifica di impatto sanitario a seguito delle proteste dei Comuni e della richiesta del Pd provinciale, questa mattina Verona Domani ha tenuto una conferenza stampa davanti all’impianto di Ca’ del Bue. Motivo: manifestare “la crescente preoccupazione riguardo al progetto Ca del Bue a Verona, che prevede la creazione di una linea di smaltimento rifiuti basata sull’essicazione di reflui civili e industriali, con un’imponente quantità di circa 100.000 tonnellate annue di residui da trattare”.
Il presidente di Verona Domani Matteo Gasparato con Anna Leso e Daniele Perbellini evidenzia il potenziale impatto ambientale negativo su aree sensibili come San Michele, Borgo Roma e i comuni circostanti. “Verona Domani ribadisce la sua ferma convinzione che lo sviluppo proposto da Agsm-Aim non debba avvenire a spese dei cittadini e che sia necessario prestare grande attenzione a questo tema di rilevante impatto ambientale”. “La sorpresa e il dissenso di Verona Domani sono accentuati dal fatto che l’iniziativa sia stata portata avanti con estrema segretezza, senza coinvolgere né il consiglio comunale, che è all’oscuro della situazione, né il consiglio di circoscrizione, informato solo pochi giorni prima dell’assemblea”. Alessio Carbon, Capogruppo di Verona Domani in Settima circoscrizione, dichiara: “Siamo sconcertati dall’approccio riservato con cui è stato trattato questo progetto, che ha lasciato in totale oscurità sia il consiglio comunale che il consiglio di circoscrizione, nonostante le chiare posizioni contrarie espresse dalle comunità locali.”
Paolo Rossi, Consigliere comunale, aggiunge: “La maggioranza sul tema è divisa, il che solleva dubbi sull’opportunità di procedere con l’iniziativa. Riteniamo inaccettabile che il sindaco Tommasi possa continuare su questa strada. Siamo pronti a scendere in piazza con la popolazione per fermare questo progetto dannoso.”
Il presidente di Verona Domani, Matteo Gasparato, propone di prendere come esempio il modello di Vienna, dove l’inceneritore, situato in centro città, è all’avanguardia e contribuisce addirittura alla purificazione dell’aria circostante. “Invito il sindaco e la Giunta – conclude Gasparato – a compiere un viaggio utile per valutare le alternative”.