Ca’ Lojera, come un’eterna giovinezza – UN RACCONTO DI…VINO. Giù, In Cantina… Ambra e Franco Tiraboschi, trent’anni fa, hanno iniziato un “viaggio” senza tempo

Scomparire o lottare? Arrendersi o mettersi in cammino? “Ciò che non è assolutamente possibile è non scegliere”, diceva Sartre. Ecco la domanda a cui Ambra e Franco Tiraboschi hanno dovuto rispondere, trenta “brevissimi” anni fa. La risposta? Hanno scelto di mettersi in cammino. È così che è nata l’azienda vitivinicola Ca’Lojera. Ambra e Franco hanno intrapreso un viaggio, nel mondo del vino, che li ha resi fieri di ogni vinificazione. Un viaggio che ha permesso loro di attingere ad un dono che la stasi avrebbe negato: “una sorta di eterna giovinezza”. La cantina Ca’Lojera vinifica solo uve proprie, raccolte su circa 20 ettari di vigneti, a Sirmione.

Ambra, ci racconta la storia di Ca’Lojera?
Ca’ Lojera nasce nel 1992, con 5 ettari di vigna a Sirmione. Io e mio marito abbiamo iniziato a vinificare per necessità, in un momento in cui i compratori di uva da vino bianco, soprattutto se proveniente da una zona piccola e sconosciuta come la Lugana, non erano disposti a garantirne il ritiro o il pagamento. In tali condizioni si può solo scomparire o lottare. Questi brevissimi trent’anni, così ricchi di contrasti, poveri di riposo, privi di noia, ci hanno donato una sorta di eterna giovinezza.

Cosa possiamo trovare nei vini Ca’Lojera?
Nei nostri vini si deve trovare tradizione, territorio e paesaggio oltre ad una elegante capacità di invecchiamento. L’azienda è a conduzione familiare e vinifica completamente gli attuali 18 ettari di Turbiana che crescono nelle argille bianche un tempo fondale del lago. Il Lugana ne acquisisce la mineralità salata, austera che lo caratterizza nella versione giovane e maggiormente nelle tipologie Superiore e Riserva.

Quale vino vi rappresenta di più?
Siamo fieri di ogni nostra vinificazione, ma soprattutto del Lugana Riserva del Lupo.

Com’è nato?
Nella caldissima stagione 2003, da vecchie vigne dove la Botrytis Nobile avvolge quasi totalmente l’acino, con uva che rimane in pianta fino a novembre. Il mosto fermenta e rimane in vasca d’acciaio almeno 18 mesi, poi, in bottiglia 6 mesi e ancora nella cantina interrata, fino alla vendita. Attualmente è in tavola la vendemmia 2017

Volgendo uno sguardo al futuro, che cosa si augura?
Le nostre aziende ci richiedono in questo momento di ripensare il nostro business e di migliorarci. Come persone e come imprenditori dobbiamo impegnarci dunque a creare nuove modalità, guardando al progetto come dentro ad un caleidoscopio. Ognuno di noi bambini d’altri tempi ne ha ricevuto o addirittura costruito uno.

Cosa le restituisce guardare dentro al caleidoscopio?
Ci ricorda che produrremo profitto solo se avremo inserito nel cilindro tutte le richieste dei nostri agenti, dei ristoratori, degli albergatori, degli enotecari e magari dei nuovi opinion leaders, dei social e degli influenzatori seriali. E’ stimolante e complesso ma il tempo soffia alle nostre spalle.

di Stefania Tessari