Calderazzo, jazz magico al Ristori Il pianista newyorchese in gran forma col trio e il sax di Zanon. Tornerà sul palco il 15 maggio

Si conferma una rassegna jazz di grande livello quella del teatro Ristori nella stagione invernale 2023-2024: l’ennesima riprova è arrivata l’altra sera con il concerto del pianista jazz statunitense Joey Calderazzo con il suo trio arricchito per l’occasione dal sax di Miguel Zanon.
Dopo un primo brano particolarmente frenetico e free nel quale ha avuto grande spazio l’improvvisazione dei singoli, il quartetto ha proseguito con brani di estrema raffinatezza, talvolta in chiave swing e sempre con grande energia, libertà, improvvisazione e fraseggi originali che Calderazzo dal pianoforte ha guidato con saggezza regalando momenti di grande profondità jazzistica.
Grandi applausi e bis. Del resto Joey Calderazzo, classe 1965, newyorkese doc, è uno dei migliori pianisti della sua generazione, con tredici album all’attivo come leader. Era considerato un bambino prodigio perché cominciò a studiare il piano classico, e, spinto al jazz dal fratello Gene, prendeva lezioni da Richie Beirach frequentando anche la Manhattan School of Music e iniziando la sua carriera professionale al fianco di David Liebman e di Frank Foster.
Dotato sin da ragazzo di grande brillantezza viene chiamato nel 1987 nel quintetto di Michael Brecker e con lui incide Tales from the Hudson e Two blocks from the edge. Incide a partire dal 1990 i primi dischi a suo nome e In In the edge lo troviamo a fianco di Jerry Bergonzi e Branford Marsalis e in To know one in Trio e’ supportato da Dave Holland e Jack De Jonnette.
Quando nel 1998 muore il Kenny Kirkland, viene chiamato da Branford Marsalis a far parte del quartetto che comprendeva Eric Revis e Jeff Tain Watts e inizia con il sassofonista di New Orleans un sodalizio che continua sino ai nostri giorni. Compositore, improvvisatore, membro di band e leader, Calderazzo con il suo affiatato trio attivo da lungo tempo e con il quale ha recentemente registrato “Live From The Cotton Club Tokyo, Volume I”, prosegue un percorso di esplorazione, dove l’improvvisazione è fondamentale, la libertà è la norma e lo swing è assoluto.
Con il bassista Orlando Le Fleming e il batterista Donald Edwards, protagonisti di una egregia serata al Ristori, Calderazzo con il sax di Miguel Zanon ha dato vita a una serata con brani originali e reinterpretazioni sempre con il gusto, la brillantezza, lo spessore musicale e l’intensità che lo hanno fatto diventare uno dei pianisti più amati e conosciuti al grande pubblico.
Calderazzo tornerà ancora sul palco del Ristori il 15 maggio e per chi lo avesse perso martedì scorso c’è la possibilità di recuperare.
Ma vediamo i prossimi appuntamenti jazz al Ristori. Si prosegue il 16 novembre con Marco Bardoscia Quintet in “Legnomadre”.Il primo concerto del nuovo anno sarà affidato il 31 gennaio a Maria Pia De Vito con il suo quintetto, in “This woman’s work”.Poi il 13 febbraio l’icona del pianoforte Bill Laurence e il polistrumentista Michael League.
Il 17 marzo torna al Ristori un mito del piano solo: la serata sarà dedicata interamente al pianoforte di Brad Mehldau.Il 30 aprile, per l’International Jazz Day, si esibirà Gonzalo Rubalcaba al pianoforte. La rassegna chiuderà il 15 maggio con John Patitucci, bassista e contrabbassista statunitense di origini italiane, accompagnato da Dave Weckl alla batteria e Joey Calderazzo al pianoforte.