Caos traffico: ora serve il Traforo? “Ci sarebbe un -30% di auto”. Parla l’esperto di mobilità Tullo Galletti “Filobus, ecco che cosa farei per migliorare la situazione con i cantieri di via Dal Cero. Con la galleria a nord una riduzione di auto del 30% in città. Via Mameli punto delicato”. Il piano viabilità va meglio. Altamura: “Moderata soddisfazione”

Il caos di questi giorni per la rivoluzione della viabilità in circonvallazione a causa del maxi cantiere per il filobus rilancia la necessità e l’urgenza del traforo delle Torricelle. Osteggiato da molti, politici e tecnici, ritenuto inutile da chi vorrebbe un mondo virtuoso dove tutti si spostano a piedi o in bici, fonte di perplessità per gli esperti che ragionano solo a tavolino, il passaggio a nord della città è invocato da migliaia di automobilisti veronesi tutti i giorni perché imbottigliati nella strettoia del Teatro Romano.
Ora la difficoltà di attraversare la città passando da via Oriani, da Porta Nuova e Porta Palio, riporta alla realtà: se ci fosse un passaggio a nord, il ring attorno alla città sarebbe completo e il traffico avrebbe molte più soluzioni per scorrere senza intasare quartieri storici come Veronetta.
Inoltre, siccome la filovia percorrerà via Mameli portando via la sosta dei posti auto e riducendo a due le corsie per le macchine (una per senso di marcia) con una forte penalizzazione del traffico privato, l’alternativa va costruita per tempo. Altre strade pare non ce ne siano.
La conferma arriva dall’architetto Tullo Galletti, uno dei più autorevoli esperti di di pianificazione infrastrutture, traffico e trasporti, già docente universitario ed ex dirigente di urbanistica in Provincia. Più volte ha progettato soluzioni per il passaggio a nord con strade urbane, non autostradali, al servizio dei quartieri.
Ma partiamo dal caos di questi giorni con il nuovo anello viabilistico da Porta Nuova a Porta Palio per i cantieri di via Dal Cero.

Architetto Galletti cosa pensa della nuova soluzione viabilistica? Che consigli darebbe?
“Credo che prima di appaltare questi lavori, si dovessero fare alcune simulazioni per gli incolonnamenti in via Faccio e in via San Marco” dice Galletti in questa intervista alla Cronaca di Verona, “cosa sarebbe successo togliendo il semaforo di via Città di Nimes? Che cosa accadrà dopo? Invece si va avanti senza questi studi… In secondo luogo ho visto che non sono stati preparati percorsi alternativi da consigliare ai veronesi. Non si può pensare che tutte le auto che prima percorrevano la circonvallazione con i sottopassi aperti possano essere spostate su via Oriani e via Cardinale: non ci stanno.

E allora?
“Quindi vanno smaltite su percorsi alternativi. Dove sono? Gli automobilisti veronesi devono trovarseli da soli, ci vorrà un po’ di tempo”.

Consigli?
“Bene aver dirottato i camion su Basso Acquar ma la nuova rotonda non deve diventare un intoppo. Su Basso Acquar però va dirottato anche altro traffico, cominciano a deviarlo dalla Zai, da Verona sud e Borgo Roma per alleggerire viale Piave e Porta Nuova”.

Se ci fosse un passaggio a nord della città? Servirebbe il Traforo oggi?
“E’ di tutta evidenza. Dopo il fallimento del progetto autostradale proposto dall’ex sindaco Tosi, che era un Passante vero e proprio, serve una strada urbana intervalliva, a due corsie che funzioni come alternativa a via Mameli che verrà occupata in buona parte dal filobus. E’ di tutta evidenza che se metti il filobus in via Mameli, serve una strada a monte. Pensiamo a chi proviene da Parona e deve svoltare a sinistra per Quinzano o Avesa. non potrà farlo perché ci sarà il filobus. Dovrà andare fino a piazzale Stefani per girarsi e tornare indietro? E chi scenderà da Quinzano e Avesa e dovrà svoltare a sinistra per andare in centro, dovrà invece girare a destra e andare alla rotatoria del Famila al Saval per fare inversione. Cose da matti”.

Lei che insegna tecnica dei trasporti e ha pratica con le simulazioni, quanto si ridurrebbe il traffico con il Traforo?
“Con la galleria a nord della città, il traffico su via Ca’ di Cozzi e via Mameli si ridurrebbe del 30%; in lungadige San Giorgio la riduzione sarebbe del 20%; in via Interrato dell’Acqua morta avremmo il 30% di auto in meno e così anche in lungadige Re Teodorico: meno 30%. Su questa direttrice dunque ci sarebbe un risultato importante”.

Invece?
“Invece l’amministrazione, con l’assessore Ferrari con cui mi sono confrontato, pensa di poter risolvere tutto con il trasporto pubblico. Ma tenuto conto che la capacità di trasporto del filobus è più ridotta rispetto a un autobus di Atv, attorno al filobus servirebbero una serie di linee di autobus al servizio dei quartieri, le cosiddette circolari sinistra e destra rispetto alla linea del filobus, per portare i cittadini verso il nuovo mezzo di trasporto che avrà fermate ogni 400 metri.E poi servirebbero parcheggi scambiatori auto/filovia vicino alle fermate. Non mi pare che il trasporto pubblico abbia autisti e mezzi a sufficienza per un obiettivo del genere”.

Già oggi sulle strade urbane la presenza dei bus Atv è a livelli massimi difficile pensare di mettere altri mezzi in strada, dice l’azienda…
“Per come è fatta la rete stradale di Verona, il trasporto pubblico non potrà mai salire oltre il 25%; un altro 5-8 per cento di veronesi si sposterà in bici o a piedi; resta comunque un 70% di spostamenti che si faranno in auto”.

E la galleria delle Torricelle?
“Abbiamo ipotizzato una galleria a due corsie, spezzata in due tunnel da un chilometro ciascuno che consenta l’uscita ai residenti di Valdonega, con Ztl, e un progetto invece con galleria unica di 2 chilometri, da Ca’ di Cozzi alla zona dell’Esselunga, zona est. Sarebbe il caso di ragionarci…”

(mb)