Casa Cattolica attacca “La delibera di giugno deve essere annullata”

Dopo la fissazione da parte del Tribunale delle Imprese di Venezia dell’udienza del 17 agosto, a seguito dell’impugnativa dell’Assemblea di aumento di capitale di Cattolica Assicurazioni da parte di oltre 30 soci rappresentanti delle diverse associazioni, con l’appoggio della Curia di Verona e di esponenti dell’imprenditoria locale e di alcuni sindaci della provincia scaligera, CASA CATTOLICA ha presentato il progetto “CATTOLICA 1896: IL PIANO INDUSTRIALE STAND-ALONE 2020-2024 DEL GRUPPO CATTOLICA”, per la cui attuazione sono state presentate alla comunità finanziaria tre concrete proposte di partnership, alcune delle quali già molto concrete e apparse nei giorni scorsi sulla stampa.
Dopo attento esame e valutazione, infatti, CASA CATTOLICA ha dato il via libera alla proposizione, in modo aperto e trasparente, a tutti i soci, al mercato ed ai possibili nuovi partner i tratti essenziali del Progetto 1896, ovvero il Piano Industriale Stand-Alone 2020-2024 del Gruppo Cattolica che è stato tracciato, anche con preliminari condivisioni, ed è pronto per l’esecuzione laddove l’imminente Assemblea dei Soci del 31 luglio dovesse non approvare le proposte dell’attuale Consiglio di Amministrazione che si sostanzierebbero – nei propri effetti – nella trasformazione della società cooperativa in società per azioni per il successivo ingresso rilevante nel capitale del Gruppo Generali con un ampio sistema di vincoli e di tutele a favore dello stesso Gruppo Generali.
Il Progetto CATTOLICA 1896, elaborato sulla base di informazioni pubbliche e considerazioni prospettiche, è stato realizzato grazie al comune lavoro e alla messa a sistema di idee, competenze e relazioni di un nutrito gruppo di soci, professionisti e possibili partner “di buona volontà”.
Intanto è da registrare anche un intervento della CGIL. “La discussione sull’ingresso di Assicurazioni Generali nell’azionariato del Gruppo Cattolica Assicurazioni investe la città di Verona e travalica la mera questione aziendale.
La Fisac CGIL di Verona ritiene siano necessarie chiarezza e garanzie sulla natura e sulle prospettive dell’operazione.
La trasformazione in Società per Azioni, indispensabile nel caso non si riesca ad effettuare l’aumento di capitale per altre vie, non dovrà in alcun modo determinare pregiudizio per i livelli occupazionali e gli aspetti professionali delle lavoratrici e dei lavoratori di Cattolica, né ora né in futuro.
Cattolica vanta una storica e radicata presenza sul territorio scaligero che deve essere mantenuta.

Cattolica: “La richiesta? Del tutto infondata”

Cattolica informa che è stato notificato alla Società
da parte di 34 Soci (pari allo 0,18% del totale dei Soci al 13/07/2020), i quali dichiarano un possesso di complessive n. 54.418 azioni (pari allo 0,03% del totale delle azioni), la richiesta al Tribunale delle Imprese di Venezia dell’annullamento della delibera dell’Assemblea straordinaria tenutasi il 27 giugno scorso concernente la delega al Consiglio di Amministrazione dell’aumento di capitale fino ad euro 500 milioni con limitazione del diritto di opzione.
Il giudice designato dal Tribunale, dott.ssa Lina Tosi, con provvedimento odierno, ha convocato le parti per l’udienza del 17 agosto 2020.
La Società ha immediatamente sottoposto l’atto ai propri difensori, professori
Mario Cera, Matteo Rescigno e Matteo De Poli, per le opportune difese, ritenendo del tutto infondate e temerarie le richieste dei Soci attori, che peraltro rappresentano una quota assai poco rilevante in termini sia di azioni che rispetto alla ampia base sociale.
Con l’occasione, la Società conferma che la delibera impugnata da detti Soci è stata autorizzata dall’Ivass e regolarmente iscritta nel Registro delle Imprese.